Come cambia Forza Italia dopo Belusconi: ci saranno con Tajani 4 vicesegretari

Il nuovo corso di Forza Italia targato Tajani ricomincia da quattro. Il numero uno azzurro dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi sceglie il B day di Paestum per lanciare la sua segreteria allargata con 4 vice, che saranno per la prima volta eletti (dal Congresso nazionale del 24-25 febbraio prossimi) e non nominati, magari per acclamazione, come accadeva fino a oggi. Una mossa, quella del vicepremier, per segnare la discontinuità con il passato in nome di una maggiore democrazia e trasparenza interna, ma anche per respingere le accuse di voler costruire un partito a sua immagine e somiglianza, formato soprattutto da fedelissimi. Di fatto una mano tesa alle varie anime del partito e a tutti coloro che si erano lamentati, specialmente al Sud, di non essere rappresentati a livello nazionale.
Da Tajani l’invito a contarsi democraticamente
Ma anche un segnale a chi gli rimproverava di non aver coinvolto esponenti storici di Fi e governatori di peso, come l’ex presidente del Senato Renato Schifani. C’è chi considera poi la scelta di Tajani un modo per condividere eventuali responsabilità in caso di flop alle prossime europee e una strategia per blindarsi in vista del Cn (dove di fatto i suoi controllano il maggior numero di delegati) attraverso l’invito a contarsi in una sana competizione sul territorio. Della serie: chi ha la forza, e anche la capacità di fare accordi, si faccia avanti a colpi di delegati ai congressi provinciali e si candidi in alternativa a Tajani. ”Io vedo un partito allargato che non può essere guidato da una sola persona”, scandisce Tajani nella conferenza stampa di presentazione della tre giorni in memoria di Berlusconi.

“Serve una classe dirigente ampia, per questo proporrò di eleggere 4 vice”
E ancora: ”Serve una classe dirigente ampia, per questo proporrò di eleggere 4 vice che possono contribuire al lavoro del nostro Movimento. Voglio lanciare il messaggio che siamo un partito aperto, che punta al massimo coinvolgimento di tutti”. Non a caso, è lo stesso ministro degli Esteri, che è a capo dell’ala governista forzista, quella prevalente nella nuova geografia interna di Fi, a precisare che l’assenza in sala Colletti di Licia Ronzulli non è politica: ”Era impegnata a fare campagna elettorale a sostegno della candidatura di Galliani per le suppletive di Monza”. Non c’è nessun uomo solo al comando, insomma, assicurano i tajaniani.
Il Congresso nazionale sarà il 24-25 febbraio prossimi
Nella segreteria ci saranno due fedelissimi di Marta Fascina: Stefano Benigni, responsabile nazionale dei giovani, e Tullio Ferrante, sottosegretario ai Trasporti, responsabile del tesseramento, qualifica che di recente è passata da ‘ufficio’ a ‘settore’. Entrambi diventeranno membri di diritto del massimo organismo direttivo del partito. Fino ad ora il leader degli azzurrini partecipava alle riunioni del vecchio Comitato di presidenza su delega del presidente Berlusconi attraverso una apposita clausola: da oggi in poi, come annunciato da Tajani, ”farà parte della segreteria nazionale di Fi, come è giusto che sia”. Come saranno eletti i 4 vice di Tajani? Nel Congresso nazionale del 24-25 febbraio prossimi, attraverso i voti dei delegati nazionali eletti a loro volta dai Congressi provinciali, che potrebbero scrivere fino a tre preferenze ciascuno.