Come distruggi Roma. Bloccando bar e ristoranti

Bar ristoranti

Ideona, chiudiamoli proprio questi bar, questi ristoranti, ma che ce frega… Tra Pd e Grillini si è aperta una singolare competizione su come si dovrà impoverire nel più breve tempo possibile la città di Roma, a partire dal suo centro storico. Non bastano le vessazioni di governo. Le esitazioni della regione Lazio. Adesso ci si mettono Campidoglio e municipi, a partire dal primo.

Il Pd vara una proposta di delibera in tutti i municipi. La Raggi vuole decidere lei, ovviamente, il da farsi, ma in Campidoglio ha il suo gruppo consiliare che va a ruota libera, a partire dal presidente della commissione commercio. E tutti insieme appassionatamente si tirano i capelli sui tavolini all’aperto dei ristoranti di Roma, su quanto tempo dovrà durare la nuova disciplina.

Vogliono far morire bar e ristoranti

Quando i funerali?, in buona sostanza. Prima o poi scopriremo chi vuol far morire categorie importanti della città. E non solo. Già si stanno cimentando con successo anche contro gli ambulanti. Solo i clandestini possono fare quello che gli pare.

Scrivono – e sottoscriviamo – due esponenti di Italia Viva sul Riformista di ieri. Sono Michele Anzaldi, deputato, e Marco Cappa, coordinatore romano. “Il problema non sarà se i provvedimenti dureranno sei mesi o un anno, ma se ristoranti e bar riusciranno a rimanere ancora aperti per sei mesi o un anno, o forse anche meno”. Pare una posizione ragionevole anche a noi. E invece gli schiamazzi non terminano.

Guerra di convenienze tra Pd e grillini

Probabilmente, nella guerra che si è aperta sul tema tra i vari schieramenti influisce la prossima campagna elettorale per il rinnovo del Campidoglio. Forze politiche di governo nazionale che ogni giorno danno lezioni di superiorità all’opposizione, si scannano sulle convenienze. Alla città ci pensate? Al deserto che l’ha caratterizzata in questi mesi? Ma davvero pensate così importante stare a litigare – senza risolvere – su quanto tempo consentire una deroga per i tavoli all’aperto? Continuando così, non ci sarà bisogno di deroghe: chiuderanno direttamente loro o non riapriranno proprio.

La task force di scienziati che Conte ha scovato per le sue decisioni cervellotiche, già impone regole durissime ai bar e ai ristoratori. I quali devono ora fare i conti anche con i premi Nobel che pascolano a caccia di voti all’interno dell’amministrazione capitolina e ai suoi addentellati periferici.

Già c’è lo sterminio a colpi di strisce blu, ma è possibile lasciare un po’ in pace rispetto alla voglia permanente di regole e ossessive una città stravolta nelle sue abitudini dal lockdown? Arriveremo allo scafandro per andare al ristorante?

Se bar e ristoranti sono costretti a chiudere dalla pretesa di protagonismo di amministratori perditempo, le strade saranno deserte. Buie. E sappiamo chi imperversa quando non ci sono le condizioni minime di convivenza. Non distruggete ulteriormente la qualità della vita a Roma.