Comune di Roma accordo sullo smart working: durante il Giubileo 2 giorni a settimana da remoto
Un accordo atteso dai comunali e stretto tra il Campidoglio e i sindacati. Per il Giubileo ok a due giorni a settimana di lavoro in smart working. Niente ufficio, si lavora da casa. Per i novemila dipendenti capitolini è una notizia che vale oro.
L’annuncio della Cgil
”Ieri sera, 8 ottobre, la Fp Cgil di Roma e Lazio, unitariamente, ha firmato l’accordo con Roma Capitale, rappresentata dall’Assessore al Personale, Andrea Catarci, per estendere e favorire lo smart working. L’accordo prevede almeno 2 giorni di smart working per tutto il personale che svolge mansioni che non richiedono la presenza fisica e consente l’estensione fino a 5 giorni di smart working a settimana”. Lo comunica in una nota la Fp Cgil Roma e Lazio.
Cosa prevede l’accordo
”Inoltre si amplia la platea di lavoratrici e lavoratori che potranno svolgere le loro mansioni anche in smart working, passando da poco più di 6.000 ad almeno 9.000, circa il 40% dei dipendenti diretti di Roma Capitale. Infine, l’accordo rende possibile il ricorso al lavoro da remoto in caso di eventi calamitosi ed eventi straordinari, come il Giubileo, che hanno un impatto negativo sulla mobilità della Capitale”.
Ira della Lega
“Aumentare lo smart working per i dipendenti capitolini è una manovra tardiva che certifica un altro fallimento del sindaco Roberto Gualtieri nell’ organizzazione del Giubileo. Non siamo contrari a questa soluzione, ma Roma Capitale non è smart: nulla si è fatto fino ad oggi per raggiungere la piena e ottimale possibilità di lavorare lontano dagli uffici con adeguata efficienza e nel pieno raggiungimento degli obiettivi che dirigenti e funzionari dovrebbero condividere con tutta la struttura, sia che lavori in presenza che da casa”, tuona il capogruppo della Lega in Campidoglio Fabrizio Santori.
Servizi a rischio
“È necessario dunque riflettere su come si garantiranno i servizi ai cittadini, anche quelli offerti dalle aziende capitoline e dagli uffici comunali, a partire da Ama, solo per citare alcuni esempi concreti, dove non rispondono nemmeno alle pec per la gestione della Tari e dei servizi cimiteriali costringendo gli utenti a recarsi, sempre e comunque, agli sportelli. E poi Atac, alle prese con le pratiche per i permessi disabili e le agevolazioni per i giovanissimi. Per fare gli abbonamenti bisogna sempre e comunque recarsi alle stazioni abilitate, neanche tutte”, continua Santori.