Comune di Roma, ecco le pagelle della Giunta Gualtieri: da Onorato alla Lucarelli, i promossi e i bocciati
In questi giorni gli studenti stanno portando a casa le pagelle del primo quadrimestre. Cogliendo questa occasione abbiamo deciso di dare le pagelle per il primo quadrimestre del secondo anno di mandato della Giunta Gualtieri. I voti per assessori e sindaco, per il loro lavoro, per le cose fatte e per le tante non fatte. Poche sufficienze, tante figure ambigue, molte insufficienze. Un gioco per stimolare i nostri amministratori a mettere in atto le promesse fatte in campagna elettorale e rendere migliore Roma.
Roberto Gualtieri: 5
Un’insufficienza piena, anzi con un voto a manica larga per il primo cittadino. Se si governasse con il verbo futuro potrebbe stare alla Casa Bianca. Tanti annunci, pochissimi fatti. Durante l’anno del secondo mandato ha inanellato una serie di figuracce storiche. Aveva promesso il ballottaggio con Riad per la corsa ad Expo, è uscito terzo con appena 17 voti da tutti i paesi del mondo. Il che significa poca credibilità internazionale e una città arretrata anni luce rispetto ai competitor per l’Esposizione. I cantieri del Giubileo aperti come pistacchi durante una partita di calcio: poca comunicazione e programmazione dilettantesca. In compenso tutti i lavori – o quasi – per l’Anno Santo sono in ritardo. Alcune opere saranno inaugurate nel 2026 quando i pellegrini saranno già lontani. Il sindaco di Roma dovrebbe stare tra la gente e non pensare ai massimi sistemi. Tira per la giacchetta il Governo per i fondi straordinari per Roma, dimenticandosi che quando era ministro fu proprio lui a negare i finanziamenti extra per Roma Capitale. Ha ancora 3 anni di tempo: può fare ancora peggio.
Silvia Scozzese, 7
Se c’è una cosa che sta funzionando in questa giunta (oltre al Turismo) sono i conti. La Scozzese è brava e per questo molti suoi colleghi e… colleghe non la vedono con simpatia. La risposta che ama di più è il no. D’altronde le richieste che arrivano dagli altri assessorati sono roba più vicina a Paperopoli che alla Capitale d’Italia. Professionale e poco presente ad eventi patinati, lontana dai social e dai comunicati spiccioli: quello che troppi altri assessori non hanno nelle corde. Un punto fermo per portare avanti la Capitale.
Ornella Segnalini, 6,5
Nonostante una gestione ballerina dei tanti cantieri giubilari le va dato atto che a Roma sono scomparse (quasi del tutto) le buche. Preparata e con un Direttore di Dipartimento (Ernesto Dello Vicario) che è un fenomeno. Utilizza l’Anas per tutto, mettendosi così a riparo da ricorsi e problemi ma distruggendo in questo modo il sistema degli appalti che tradotto significa uccidere le piccole e medie imprese del territorio e l’indotto che ne deriva. In questo senso la sua gestione è un po’ fallimentare, però, già aver risolto un problema che da Giulio Cesare alla Raggi affliggeva Roma è una vittoria.
Alessandro Onorato, 8,5
Un fenomeno. Il Cristiano Ronaldo della giunta Gualtieri. In due anni è riuscito a risollevare il turismo, far volare i grandi eventi in città (dai concerti alle attrazioni) e con dedizione porta avanti anche un delega ostica come lo Sport. Come la Lucarelli litiga con tutti, ma alla fine vince sempre. A differenza però c’è che è temuto e stimato. Se riesce a chiudere la partita dello stadio della Roma e convivere Lotito per quello della Lazio merita un busto al Pincio. E’ pretenzioso e quelli che non rendono li caccia: un esempio di meritocrazia in politica. In molti vorrebbero lui come sindaco: sicuramente la città sarebbe meno ingessata.
Maurizio Veloccia, 6
E’ il classico tipo da metà fila centrale a scuola: fa il suo e neanche mezza briciola di più. Tutto sommato meglio di chi tenta di fare e combina solo danni. L’esperienza politica non gli manca e in giunta di nani anche chi ha un’altezza media sembra un gigante.
Andrea Catarci, 6,5
Era entrato in Campidoglio con la cazzata della città in 15 minuti. Nel corso d’opera gli hanno dato certe patate così bollenti che serviva un eroe. Personale e Anagrafe: che in Campidoglio significa mettersi l’elmetto e combattere. Si è inventato gli Open day per la carta d’identità ed è merito suo se invece che sei mesi oggi a Roma ne servono appena tre per avere un documento. L’impegno c’è, la passione pure. E poi tifa Roma che non è mai un difetto. E a differenza del suo sindaco lo fa con discrezione: paga l’abbonamento in Curva e non chiede biglietti omaggio per la tribuna autorità.
Monica Lucarelli: 3
Un punto per ogni delega: Sicurezza, Commercio e Pari Opportunità. Di tre cose ne fa bene solo una: l’ultima. Per il resto un disastro assoluto. Probabilmente litiga anche con lo specchio la mattina, visto che con assessori, consiglieri, dirigenti, associazioni e collaboratori ha una lista di odio davvero notevole. Tenta di fare ma, a differenza di Veloccia, fa quasi solo danni. In ordine, deve gestire la questione delle licenze degli ambulanti, il problema dei dehors, il rapporto con tre quarti dei presidenti di municipio. E parliamo solo del fronte commercio, pardon Attività Produttive. Ha messo in piedi la Casa delle Tecnologie emergenti: una bella scatola con vista sui binari della stazione Tiburtina che nessuno ha capito a cosa serva. Sul fronte sicurezza è un mistero assoluto: non ha la delega sulla Polizia Locale che già è una roba che non avrebbe ipotizzato neanche Saw l’Enigmista e Roma è crollata di 20 posizioni nella classifica nazionale delle città più sicure. Nell’agenda degli appuntamenti degli assessori la si vede sempre meno. Annuncia quasi più di Gualtieri e produce molto meno (memorabile il progetto di far studiare le lingue ai commercianti in vista del Giubileo: ristoratori e commesse ancora ridono). Sicuramente ha una bella resistenza ai colpi: esperti, tecnici, giornalisti, politici e colleghi la danno fuori dalla squadra dal quinto mese di mandato. E’ ancora lì…
Sabrina Alfonsi, 4
Un’altra scienziata dei massimi sistemi. Prima di Natale e Pasqua si raccomanda di non buttare troppa immondizia o di tenerla in casa. Gestisce i rifiuti e Roma è un casino, ha la delega all’ambiente e a Roma cadono alberi come stelle la notte di San Lorenzo, ha quella sull’agricoltura e ora Roma e pure è invasa dai trattori. Diciamo che non è fortunatissima, però ha una resistenza da combattente. Ha puntato tutto, come Robertino Gualtieri, sul termovalorizzatore. Se qualcosa va storto sta davvero messa male.
Eugenio Patanè, 4
Se fosse una canzone di Vasco sarebbe sicuramente “Io sono ancora qua”. Se a Roma, insieme ai rifiuti, c’è qualcosa che non funziona sono i trasporti. A Dubai i taxi volano coi droni, qua si sta discutendo del tram a via Nazionale: una concezione di mobilità degli anni ’20. Sta lavorando molto sulla manutenzione delle linee metro e Atac continua ad essere il solito baraccone. Però lui tiene botta. Eh già…, per dirla alla Vasco.
Tobia Zevi, 5
Della serie Io sto con gli occupanti. Siete 4 lo ha pizzicato mentre in chat si faceva dettare l’agenda dai leader dei Movimenti per la casa, che non è stata proprio una figura bellissima. Un ragazzo perbene, questo sì. Il classico compagno di banco che tutti vorrebbero. Però fare l’assessore a Roma è un’altra cosa. Ha una delega decisamente impegnativa e sicuramente non sta facendo peggio di molti suoi colleghi, però deve fare di più. E magari comunicarlo meglio.
Barbara Funari, 6,5
Le hanno rotto le palle da primo giorno in cui è entrata in Campidoglio. E lei da giovane marmotta e con l’esperienza di Sant’Egidio alle spalle ha messo quasi tutti a tacere. Ci sono ancora delle voragini su cui lavorare (la situazione del sociale a Termini e all’Esquilino ad esempio). Le ha detto bene che non ha fatto così freddo quest’anno e quindi il piano clochard è passato senza troppi spargimenti di sangue. Se continua di questo passo merita una promozione a pieni voti.
Miguel Gotor, 5
Una sorta di marziano. Vive in un limbo tutto suo. Ma fare l’assessore alla Cultura di Roma deve essere un’altra cosa. Ha preso una cantonata paurosa, l’ultima in ordine di tempo, non supportando il progetto del busto per la Sora Lella all’Isola Tiberina. Non valorizza un patrimonio artistico ampissimo come quello romano, non riesce a incidere nonostante le buone idee come la gratuità dei musei la prima domenica del mese e altre iniziative. Con lui è quasi definitivamente morta l’Estate romana. E’ bravo ma non si applica direbbero a scuola.