Coni Lazio, la corsa per la presidenza infiamma gli scenari politici: Cochi in pole position

Alessandro Cochi

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Nel mondo dello sport, come in politica, le buone notizie raramente si presentano senza una buona dose di intrighi. Mentre si parla di rinnovamento alla guida del Coni nazionale, e l’attenzione si concentra sulla successione di Giovanni Malagò, il panorama si infiamma anche a livello regionale. Nel Coni Lazio, l’aria è carica di aspettative: le ultime indiscrezioni suggeriscono che Alessandro Cochi sia il candidato favorito per la presidenza, sostenuto da una sorta di intesa trasversale che vede la partecipazione, in parte, anche della sinistra. Un’alleanza che sembra voler mettere da parte la tradizionale polarizzazione politica per spingere avanti una scelta non tanto basata sui valori del partito, quanto su una pratica di accomodamento, o, per usare un termine ironico, sulla regola del “non schiacciarsi i piedi” per occupare le poltrone più importanti.

La corsa del Coni e i protagonisti in scena

La partita si gioca su più fronti. Da un lato, c’è la candidatura di Luca Pancalli, annunciata il 18 marzo, che dà il via alla competizione per la successione di Malagò al vertice del Comitato Olimpico Nazionale. Tra i nomi ufficializzati spiccano anche Luciano Buonfiglio, presidente della Fick, ed Ettore Thermes, imprenditore ed ex windsurfista, insieme a Francesco Ettorre, presidente della Fiv. Alcuni nomi di spicco, come Franco Carraro e Gianni Petrucci, sono già esclusi per limiti normativi – la legge che impedisce più di tre mandati consecutivi o totali, una regola che, nel caso di Carraro e Petrucci, è ormai superata. In questo scenario, Malagò rimane il cavallo di battaglia, anche se, per legge, non potrà candidarsi ancora, a meno di un improbabile intervento governativo che possa prorogare i limiti dei mandati.

L’inaspettato appoggio per Cochi

Ma ecco la svolta: tra i vari candidati in corsa nel panorama regionale, spicca il nome di Alessandro Cochi. Ex delegato allo Sport in epoca di Gianni Alemanno, ora figura di spicco nell’ambito sportivo regionale e collaboratore della giunta Rocca, Cochi è emerso come il favorito per assumere la presidenza del Coni Lazio. Un nome discusso da qualcuno, non fosse altro per la sua militanza giovanile nell’ultradestra romana e il fatto che, in passato, avrebbe vantato la sua amicizia con Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, ucciso a Roma nel luglio del 2019, nell’agguato al parco degli Acquedotti.

Eppure, oltre a essere caldeggiato dalla destra, la sua candidatura è stata accolta con entusiasmo da una parte del Partito Democratico capitolino, che, nonostante le difficoltà passate, sembra pronta a dargli sostegno. Insomma, si parla di un ritorno in grande stile, ma con il gusto amaro di chi conosce le dinamiche dietro le quinte: accordi trasversali, intese tra forze che raramente si siedono insieme, e una politica delle poltrone dove, apparentemente, conta più l’accomodamento che il rispetto dei valori dichiarati.

La strategia dell'”accordo bipartisan”

Le voci che circolano tra i corridoi, riportate dall’agenzia Dire, suggeriscono che il sostegno a Cochi arrivi anche da ambienti vicini al sindaco Roberto Gualtieri. E che il nome potrebbe piacere anche all’assessore allo sport Alessandro Onorato. Secondo questi rumors, un’intesa informale avrebbe spianato la strada per questa candidatura, in cambio di garanzie e, chissà, forse qualche compromesso. L’idea, per quanto possa sembrare surreale, è che la scelta di Cochi non derivi tanto da una valutazione meritoria, quanto da una sorta di pratica politica dove le poltrone vengono ripartite a tavola, quasi come in un sistema in cui il diritto di occupare un ruolo rilevante viene favorito al posto dell’autentico merito. Un sistema dove, ironicamente, le poltrone diventano la ruota della fortuna politica.

La reazione degli esponenti e del territorio

Non sono mancate le critiche. Marco Miccoli, ex deputato del PD capitolino, ha espresso il suo sdegno su Facebook, definendo “pratiche vergognose e inaccettabili” l’uso del Coni come oggetto di scambio politico. Miccoli, insieme ad altri esponenti del centrosinistra, chiede una smentita netta sul presunto supporto di Fratelli d’Italia e dei pezzi della sinistra alla candidatura di Cochi. Secondo lui, l’elezione del nuovo presidente del Coni Lazio dovrebbe basarsi esclusivamente sui fatti e sulle capacità, non su accordi nascosti tra partiti che, troppo spesso, sembrano dimenticare i valori originari dello sport e della rappresentanza democratica. Ma la smentita, almeno finora, non è arrivata.

Nel frattempo, fonti vicine al Campidoglio hanno chiarito che la scelta del presidente del Coni Lazio rientra nelle competenze degli enti di promozione sportiva, e che il Comune di Roma non si farà carico di nessuna politica di sostegno a candidati. Le voci di corridoio, tuttavia, continuano a sottolineare come questa “moral suasion” – ossia la pressione morale esercitata dai vertici, inclusi forse persino la premier Giorgia Meloni e il ministro Lollobrigida – stia cercando di imprimere il suo marchio su un’istituzione che, idealmente, dovrebbe essere neutrale e indipendente.

Cochi: “Spero arrivi il tempo di presentare programmi”

Dal canto suo, Cochi cerca di prendere le distanze dalle polemiche, come se le manovre non lo riguardassero. E commenta così. “Non ti dà la politica i requisiti essenziali per candidarsi per tale ruolo, sicuramente prestigioso in ambito territoriale, ma il curriculum di riconoscimenti sportivi oggettivi accumulati negli anni”.

“Sono alcuni politici che vorrebbero invadere lo sport e non il contrario, fomentando un clima, che dovrebbe rimanere sereno vista la valenza sicuramente importante ma circoscritta al territorio pur se vastò, bello e variegato come quello del Lazio. Ma quale accordo e accordo”, nega con fervore Cochi. “I big dello Sport nazionale e internazionale che qualcuno vorrebbe mettere in mezzo, penso siano affaccendati in altre tematiche dal respiro molto più grande, soprattutto alla fine di un altro intenso quadriennio olimpico. Poi che qualcuno mi voglia già eleggere Papa quando si è ancora alla vigilia della candidatura, mi sembra anch’esso prematuro”.

Sport e politica, un connubio sempre in fermento

È un dato di fatto: nello sport, così come in politica, i confini si sfumano. Le scelte sui vertici del Coni, che dovrebbero essere il frutto di valutazioni tecniche e meritorie, diventano spesso il palcoscenico di giochi di potere e alleanze strategiche. Ed ecco che le speculazioni non mancano: alcune voci suggeriscono persino che, se Cochi otterrà la presidenza del Coni Lazio, potrebbe lanciare una campagna elettorale per candidarsi a sindaco di Roma, sfidando Roberto Gualtieri con un appoggio inatteso dal centrodestra. Un’ipotesi che, sebbene suoni quasi da film, rispecchia la complessità e l’imprevedibilità della politica laziale. Anche perché, non dimentichiamolo, anche l’assessore Onorato avrebbe la stessa ambizione di diventare sindaco, sempre se nel frattempo qualcuno non gli ha già fatto cambiare idea. E se, al contrario, riuscirà a trovare qualcuno che appoggi le sue velleità.

Verso nuovi orizzonti o solo un cambio di facciata?

La corsa per la presidenza del Coni Lazio è destinata a dare spettacolo. Luca Pancalli, già impegnato nella corsa al vertice nazionale, si sta muovendo per consolidare il proprio consenso, mentre i nomi di Luciano Buonfiglio ed Ettore Thermes si affacciano come alternative credibili. Ma è in questo scenario frammentato e intriso di manovre politiche che il nome di Alessandro Cochi sembra spiccare.

In questo contesto, la scelta del nuovo presidente del Coni Lazio diventa molto più che una semplice questione di sport. Rappresenta un banco di prova per un sistema che, pur volendo restare tecnico e imparziale, non può ignorare la realtà dei fatti: i politici sono sempre in agguato, pronti a intercettare ogni opportunità per rafforzare il proprio potere e influenzare decisioni che, in fin dei conti, riguardano la nostra vita quotidiana.

Un futuro incerto per il Coni e lo sport

Mentre i giochi di potere proseguono dietro le quinte, la vera sfida resta quella di garantire un’istituzione sportiva solida e indipendente, capace di promuovere lo sviluppo dello sport in Italia senza cadere vittima di dinamiche di parte. La candidatura di Alessandro Cochi al Coni Lazio, favorita da una rete di accordi trasversali che uniscono elementi della sinistra e della destra, rappresenta un chiaro segnale che, nel mondo dello sport, le regole del gioco sono spesso riscritte dai forti.