Conte e Azzolina vogliono riaprire le scuole il 4 dicembre. Ma è una follia

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Conte e la Azzolina vogliono riaprire le scuole a tutti i costi. Senza pensare alle conseguenze, che peraltro già si sono manifestate con questa seconda tragica ondata. “Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale. Stiamo lavorando per questo”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Gli fa eco la Azzolina: “Le scuole del primo ciclo sono tutte aperte, adesso c’è una parentesi di chiusura per le scuole di chiusura che tutti ci auguriamo sia breve. In questi giorni stiamo assistendo ad una stabilizzazione della curva, dobbiamo essere prudenti ma se la curva si stabilizzerà sempre di più e i contagi andranno giù, in un momento in cui si penserà ad allentare le misure restrittive per il Paese, anche le scuole superiori gradualmente vedranno il ritorno dei nostri studenti”. Lo ha detto il Ministro dell’Istruzione.

I presidi cauti sulla riapertura immediata

Ma da Palazzo Chigi è facile parlare e promettere per scopi politici. Dalle aule la prospettiva è diversa, chi vive la scuola conosce i problemi. “Meglio una dad fatta bene che una didattica in presenza per finta. Non dobbiamo fare i tifosi della scuola aperta comunque e quelli della scuola chiusa comunque. Il punto è che la scuola si sta facendo a distanza perché sono mancate alcune condizioni. I trasporti, il sistema sanitario… E regole interne al sistema di istruzione non consentono di trovare supplenti nella misura in cui servono”. A parlare è Antonello Giannelli dell’Associazione Presidi.

Il 6 è domenica, l’8 è festa, ma che facciamo….

“Bisogna risolvere questi problemi ed occorrerà come minimo un mese, un mese e mezzo. Possiamo anche riaprire subito ma dopo 4 o 5 giorni i ragazzi devono tornare in dad. Le decisioni vanno prese in modo assennato”. Ritengo sia improbabile ed irrealistico tornare a scuola i primi di dicembre. Il 4 è venerdì – fa notare – il 6 domenica, domenica 8 è l’Immacolata… questa frammentarietà non va bene a scuola, si deve tornare a scuole aperte per un periodo continuativo, altrimenti è perdita di tempo”.

I problemi non dipendono dalle scuole

Leggermente differente la posizione dei presidi del Lazio. “Nonostante le enormi difficoltà, auspichiamo che il quattro dicembre le scuole riaprano i cancelli agli studenti permettendo loro di riprendere la didattica completamente in presenza”. Lo dichiara Mario Rusconi, presidente Anp-Lazio. “Tuttavia siamo preoccupati che le diverse problematicità derivanti dai trasporti locali ancora irrisolte, e le difficolta di collaborazione con le Asl possano fortemente compromettere il rientro in classe degli studenti. Se la scuola non riparte in presenza le colpe sono fuori dagli istituti. Studenti, insegnanti, famiglie, presidi e personale tutto della scuola stanno permettendo lo svolgimento delle lezioni in Didattica Digitale Integrata sopperendo a tutte quelle carenze strutturali e tecnologiche che affliggono il nostro Paese”.

(Foto: Orizzonte scuola notizie)