Contenzioso di oltre 20milioni di euro su ippodromo di Capannelle. Campidoglio: “Hippogroup fuori dal progetto”
Oltre 20 milioni di contenzioso tra Comune e Hippogroup, in corso un cambio di gestione epocale all’ippodromo di Capannelle. E’ quanto sta succedendo in questi giorni nel più grande impianto sportivo di Roma Capitale. Dopo una serie infinita di ricorsi al Tar e nei tribunali, il Campidoglio da venerdì ha avviato l’iter propedeutico alla restituzione dell’impianto prevista per il 31 dicembre. A comunicarlo il dirigente della Gestione e Sviluppo Impiantistica Sportiva di Roma Capitale, Sara Lo Cacciato, in una missiva del 4 ottobre alla società. Finisce un’era quindi, una lunga storia iniziata nel lontano 1956, con una gestione Hippogroup che durava da ben 68 anni.
Obiettico garantire continuità del calendario ippico
Resta ora da scoprire chi dovrà gestire l’impianto nel prossimo futuro e garantire continuità del calendario ippico a partire dal primo gennaio 2025. Una corsa contro il tempo, quindi, che l’assessore ai grandi eventi, sport, turismo di Roma Capitale, Alessandro Onorato, non vuole assolutamente fallire, al punto di lanciare una “procedura ponte” di un anno, nell’attesa di individuare l’operatore che vincerà la manifestazione d’interesse “Città dello Sport”, assicurando ad una “nuova società” i 6 anni successivi.
“Città dello Sport”, progetto da 27milioni e 137mila euro
Un progetto da 27milioni e 137mila euro, da realizzare su 150 ettari di terreno, attraverso un’operazione di Partenariato Pubblico Privato che servirà a riqualificare il bene. L’iter, avviato a metà aprile, registra ad oggi quattro società interessate, con la vecchia gestione “autoeliminata” dal progetto perchè lo ha ritenuto “poco sostenibile”. Proposte che verranno poi valutate in una conferenza dei servizi preliminare. Seguirà poi un progetto di fattibilità tecnico-economica (PFTE), una conferenza dei servizi decisoria, la pubblicazione dell’esito e la consegna delle chiavi, prevista per la fine del 2025.
Un “buco” di gestione di 12 mesi da colmare
Un “buco” di gestione di 12 mesi quindi, che l’assessore Alessandro Onorato dovrà coprire per garantire la continuità delle attività. Una corsa contro il tempo piena di insidie, dove l’unica “certezza” ricade nell’esclusione del vecchio gestore. Salvo clamorosi “colpi di scena”, infatti, Hippogroup sarà fuori.
Hippogroup non farà parte della soluzione-ponte
Infatti, da quanto riferisce il Campidoglio non farà parte neanche della “soluzione-ponte”, una procedura negoziata che verrà avviata dal Comune entro metà mese per garantire da gennaio la continuità del calendario ippico 2025, attraverso un bando “pro tempore” dalla durata di soli 15 giorni. Come riportato da Il Tempo – il Comune inviterà tutte le società di corse individuate sulla base dell’elenco chiesto ed ottenuto dal Ministero dell’Agricoltura (Masaf). Tutte, ad accezione proprio di Hippogroup, a causa del contenzioso milionario in corso con il Comune.
20 milioni di contenzioso tra Comune e Hippogroup
Secondo il Campidoglio, dal 2013 Hippogroup con la giunta Alemanno doveva fare 10 milioni di euro di investimenti mai realizzati, a fronte di un canone annuo da 66mila euro. Nasce così un contenzioso ed il tribunale nell’agosto del 2023 stabilisce che il canone doveva essere di oltre 2 milioni di euro all’anno. Gli ufficio del Campidoglio si organizzano ed emettono ordinativi di pagamento che non risultano mai versati. Il debito aumenta e le ingiunzioni finiscono all’Agenzia dell’Entrate che emette cartelle esattoriali. Hippogroup fa ricorso. Ad oggi, calcoli alla mano, il Comune sostiene che la vecchia società sia debitrice di oltre 20 milioni di euro per le annualità pregresse, ad eccezione dell’ultimo anno dove ha versato circa 130mila euro per effetto dell’ accordo-ponte che si concluderà proprio il 31 dicembre di quest’anno.
Destino di Capannelle appeso ad un filo
Il destino di Capannelle è ora appeso a un filo. L’ultima corsa rappresenterà non solo la fine di un “capitolo” ma anche una grande incognita per il futuro dell’area, almeno per l’anno Santo, dove sono previsti milioni di turisti. A rischio ora non ci sono solo le attività ippiche nazionali ed internazionali, ma anche tutto il “business” commerciale, ricettivo e culturale che gira intorno all’impianto, che dà lavoro a circa mille persone e produce un indotto complessivo di milioni di euro.