Contro Massimo Giletti il vitavizio dei grillini (video)
Anche contro Massimo Giletti, grillini con il vitavizio. Nel senso di vizio a vita. Il vizio di gettare a mare chi non gli serve più. Usano. Fanno come certi potenti, ma tanto la ruota gira per tutti. E anche loro subiranno la stessa sorte.
Intanto ci chiediamo se ci sia un giudice a Berlino, o almeno alla procura di Roma. Perché anche le minacce contro Giletti – per ora a mezzo social – sono un reato da perseguire. La vicenda Bonafede raffigura – di nuovo – i pentastellati in modalità odio. Appena ne sputtani le gesta insorgono e minacciano.
Prima Di Matteo, poi Giletti, il vitavizio dei grillini
Ma sono loro stessi a distruggere i loro miti. Lo fanno spesso. In queste ore prima con il magistrato Di Matteo, che ha insinuato dubbi enormi sulla condotta del ministro della giustizia, che resta avvinghiato alla poltrona. Di Matteo sta al Csm, i due sono destinati ad incontrarsi e non sarà un bel vedere per entrambi dopo le accuse mosse e respinte sulle collusioni con i mafiosi nelle carceri. O meglio – e anche peggio per un ministro di quel livello – aver subito pressioni per evitare la nomina di Di Matteo a capo delle carceri italiane. Era una loro bandiera, lo hanno trasformato in banderuola.
Idem per Massimo Giletti, osannato fino a quando si occupava di vitalizi. Ogni giorno spuntavano sulla rete i video con le sue trasmissioni contro la casta. Adesso che la casta sono loro, fanno la voce grossa, armano la tastiera, strillano al complotto. Stavolta è vitavizio, perché fanno sempre così.
Abbiamo letto valanghe di insulti sui social. Accuse di aver ordito una trappola a Bonafede. “Un agguato” ha detto quel sapientone di Giarrusso, il deputato europeo. Parolacce. Offese. E minacce, appunto.
Fa il giornalista. Anche se l’Ordine non dice una parola
Eppure, Giletti si è limitato a fare il giornalista. Volevano che facesse il tappetino di fronte a sua eccellenza il signor ministro. Semmai avrebbero dovuto chiedersi, i pentastellati, perché una trasmissione del genere dobbiamo vederla su La7 e non alla Rai. Ci sarà un motivo se la chiamano “Non è l’arena…”, dopo avergli impedito di apparire sui canali del servizio pubblico radiotelevisivo.
Domenica prossima Giletti tornerà alla carica sul tema dei mafiosi usciti di galera e non si lascia intimorire: “Dico subito a chi mi minaccia che domenica tornerò a parlare di questa storia” .
A Myrta Merlino che gli ha chiesto: “Sapevi o no che avrebbe telefonato in diretta?”, Giletti ha risposto come doveva: “Ma come facevo? Neanche il mago Otelma può prevedere che un uomo dello spessore, dell’importanza di Di Matteo possa chiamare in diretta. Piuttosto, avete sentito il tono sofferto? Io a Bonafede riconosco grandi meriti nella lotta alla corruzione, ma la domanda è: chiami un uomo importante come Di Matteo, non un quaquaraqua qualunque e poi improvvisamente gli dici che ti sei sbagliato?! E’ questa la vera domanda. Cosa è successo?”.
P.s. Giletti si prepari, che gli hater grillini torneranno a tentare di trafiggerlo. Ma l’Ordine dei giornalisti, sempre così sensibile quando tocca a lorcompagni, stavolta non parla. Curioso no? Libertà di informazione a corrente alternata, pare di capire.