Cori antisemiti durante il derby Lazio-Roma: 7 ultrà biancocelesti a processo

Roma, la curva nord della ss Lazio durante una partita
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Sette tifosi della Lazio saranno processati per i cori antisemiti intonati durante il derby contro la Roma, disputato il 19 marzo dello scorso anno allo Stadio Olimpico. La Procura di Roma, al termine di un’indagine accurata, ha contestato agli imputati l’accusa di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

L’episodio incriminato: cori antisemiti nel derby Lazio-Roma

I fatti risalgono a un momento cruciale del derby, quando in un settore dello stadio si sono alzati cori dal contenuto offensivo e discriminatorio. Secondo l’accusa, i sette tifosi avrebbero agito in concorso tra loro e con altre persone, al momento non identificate. Le frasi incriminate, chiaramente antisemite, sono state scandite e riprese anche da altri settori dello stadio. Tra i cori, particolarmente grave è stato quello che recitava: “In sinagoga vai a pregare, ti faremo sempre scappare, romanista vaff…”.

Le accuse

Le parole intonate non sono rimaste senza conseguenze. Gli inquirenti hanno ritenuto che i tifosi abbiano istigato alla violenza e compiuto atti di discriminazione etnica e religiosa, contribuendo a creare un clima di odio. L’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Erminio Amelio, si basa sull’articolo 604-bis del codice penale, che punisce la propaganda e l’istigazione per motivi discriminatori.

Le parti civili

La gravità dell’accaduto ha spinto la Comunità ebraica di Roma e l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) a costituirsi parte civile nel processo. Le due organizzazioni, rappresentate dall’avvocato Roberto De Vita, si sono unite per sottolineare l’importanza di combattere ogni forma di antisemitismo e razzismo, anche negli stadi, luoghi spesso teatro di simili episodi.

La data del processo

Il procedimento giudiziario si aprirà il 7 aprile 2025, con la prima udienza fissata presso il tribunale di Roma. Sarà l’occasione per accertare le responsabilità individuali degli imputati e ribadire la necessità di un impegno collettivo per arginare il fenomeno dei cori discriminatori negli stadi italiani.

Una piaga nel calcio italiano

L’episodio del derby Lazio-Roma si inserisce in un contesto più ampio, in cui il calcio italiano fatica a sradicare comportamenti discriminatori e razzisti dagli spalti. Nonostante campagne di sensibilizzazione e sanzioni sempre più severe, episodi simili continuano a verificarsi, sollevando interrogativi sulla cultura sportiva e sull’efficacia dei controlli.

Il segnale della giustizia

Il rinvio a giudizio dei sette tifosi rappresenta un segnale importante. La magistratura intende dimostrare che episodi del genere non possono essere tollerati, né minimizzati. Gli stadi devono tornare a essere luoghi di aggregazione positiva, dove il tifo e la rivalità sportiva non si trasformino in odio e discriminazione.

Questo processo, oltre a stabilire le eventuali responsabilità penali, è destinato a diventare un banco di prova per la società italiana nel suo complesso. La speranza è che possa contribuire a rafforzare il messaggio che l’odio, in qualsiasi forma, non trova spazio nello sport né nella società.