Coronavirus: il prof che ci rassicura ha la tessera del Pd… (video)

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Dicono che non bisogna fare polemica sul coronavirus. Aggiungono che non è materia da propaganda. Rassicurano dicendo che la malattia non è mortale. E allora, professor Ippolito, una vita dedicata alla scienza e direttore scientifico dello Spallanzani, che ci faceva lei ieri sul palco dell’assemblea del Pd?

Certo, è il partito “di” Zingaretti, nella regione “di” Zingaretti. Ma nessuno può permettersi di usare in questo modo volgare personalità che dovrebbero essere lasciate a lavorare in prima linea.

Il coronavirus spiegato all’assemblea del Pd

Invece, il governatore lo ha chiamato all’assemblea a parlare del coronavirus mentre proprio Zingaretti strillava di dover salvare l’Italia dalle destre anziché dal morbo che viene dalla Cina. E mentre i delegati scrivevano e approvavano un ordine del giorno sulla legge elettorale con lo sbarramento al 5 per cento.

Un passo falso, perché non vogliamo essere rassicurati da chi esibisce una militanza politica che ci era sconosciuta finora e nonostante tanti anni di impegno professionale che in molti abbiamo apprezzato.

Ma se c’è una spregiudicata partita politica a mettere i guai sotto il tappeto come la polvere, diventa difficile non pensare male.

Poteva raccontargli che lo Spallanzani aprì nel 1936…

Mai, nei panni di Zingaretti, avremmo chiesto una cosa del genere in un’emergenza come quella che viviamo a Roma e in tutta Italia al direttore scientifico dello Spallanzani. E mai, nei panni del professor Ippolito, avremmo accettato – o subito? – di andare a parlarne in un’assemblea di partito.

Se proprio si sente il dovere di elogiare Zingaretti, il ministro Speranza e persino l’assessore D’Amato, allo Spallanzani non hanno certo il divieto di parola. Ma andare a fare da cornice in un’assemblea che parlava più di Matteo Renzi che del coronavirus è francamente fuori luogo.

Chissà che cosa sarebbe successo se il professore si fosse messo a raccontare la storia dello Spallanzani: “Quest’ospedale, aperto a Roma nel 1936…La Boldrini sarebbe insorta e avrebbe strillato via i fascisti…