Coronavirus, la movida non molla e scattano controlli e sanzioni

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La movida romana non molla nonostante la situazione sempre più drammatica legata al diffondersi del coronavirus. E scattano le sanzioni. La paura c’è e tanta, il decreto varato d’urgenza dal governo parla chiaro. Niente spettacoli, assembramenti o comunque eventi dove le persone siano più vicine di un metro tra loro. Ma il Campidoglio non ha ancora emanato un’ordinanza specifica, come invece avvenuto per la Lombardia e a Milano dove comunque i locali pubblici di somministrazione e i ristoranti devono chiudere tassativamente alle 18. Il decreto però parla chiaro, e non c’è spazio per interpretazioni che possano favorire un’attività piuttosto che l’altra. Chiuse le discoteche e i pub o locali assimilabili. Bar e ristoranti aperti, ma con l’obbligo a carico dei gestori di garantire almeno un metro di distanza tra gli avventori e le stesse persone in fila. Evidentemente però al centro qualcuno ha fatto il furbetto, e i controlli coordinati dal comandante Di Maggio hanno evidenziato diverse irregolarità. Sarebbero state dieci le sanzioni inflitte nella giornata di ieri per inosservanza delle norme igienico sanitarie a carico di altrettanti locali, tutti nelle viuzze nelle quali si sviluppa di più il via vai della movida romana.

Coronavirus, controlli e sanzioni anti movida

Sono scattati i controlli da parte della Polizia di Roma capitale coordinati dal comandante Di Maggio. Una decina di locali del centro storico famosi nell’ambiente della movida romana erano aperti anche a sera tarda, con le persone accalcate quasi l’una sull’altra. Niente di più lontano da quelle prescrizioni contenute nel decreto del governo e recepite anche dalla Regione Lazio. Il metro di distanza tra le persone non veniva assolutamente rispettato, e non c’era traccia di disinfettanti per le mani o di una gestione improntata alla responsabilità e alla prudenza. Invito che è stato ribadito con forza dallo stesso Di Maggio. Non ci può essere spazio per pressappochismi o per furbetti che fingono di non conoscere le regole. Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani, perché nessuno si può ritenere immune da un possibile contagio. Bisogna usare la massima prudenza nell’interesse della salute di tutti. Dal canto nostro noi continueremo a vigilare e a sanzionare i trasgressori nella maniera più severa. E ricordiamo noi che per la inosservanza dell’obbligo di chiusura o per il mancato rispetto delle norme igienico sanitarie c’è la sospensione della licenza. E scattano le multe e le sanzioni. Fino ai sigilli sui locali.

Codacons all’attacco

E contro la sindaca di Roma Virginia Raggi va all’attacco il Codacons, il sindacato che rappresenta i consumatori. Chiediamo che la Raggi intervenga subito, fa sapere il Codacons in una nota diffusa oggi, e che anche a Roma gli esercizi di ristorazione chiudano alle 18. Come sta avvenendo in Lombardia e nella zona rossa. Prima che sia troppo tardi e la pandemia si diffonda a macchia d’olio anche nel Lazio. Certo una scelta difficile in una città con l’economia già in ginocchio come Roma. Ma che potrebbe diventare necessaria a brevissimo se la situazione nella capitale sul fronte coronavirus dovesse peggiorare ancora.