Coronavirus, per Confesercenti siamo alla catastrofe
Una catastrofe. Questo rappresentano le nuove misure adottate dal governo contro il coronavirus. Almeno per i commercianti romani, che da quando la capitale è diventata zona rossa sono a dir poco disperati. La città è deserta e il turismo è crollato. Per una città come Roma si tratta di una botta difficilissima da assorbire. Unica eccezione i supermercati presi d’assalto la scorsa notte. Ma secondo il presidente di Confesercenti Roma Valter Giammaria si tratta di un fuoco di paglia. E comunque anche di un esempio sbagliato, perché di problemi ce ne sono tanti in questo momento. Ma non quello delle scorte alimentari.
Roma zona rossa per il commercio è una catastrofe
Una vera e propria catastrofe dunque le misure del governo prese in queste ore. Almeno per quanto riguarda il commercio nella capitale. Ne è certo il presidente della Confesercenti di Roma Valter Giammaria che all’agenzia di stampa Adn Kronos rilascia dichiarazioni di fuoco. Ma dalle quali emerge anche una fortissima preoccupazione per le sorti della categoria che rappresenta. L’impatto di queste misure è molto forte, spiega Giammaria. I negozi già andavano male nei giorni scorsi, figuriamoci ora che la gente deve restare a casa. Il settore dei carburanti segna un meno trenta, quaranta per cento. L’abbigliamento perde fino al 70%, il turismo arriva al 90. Se le misure non dureranno poco sarà impossibile risollevarci. Unica eccezione i supermercati, anche se la corsa all’approvvigionamento è esagerata. I generi alimentari non mancheranno.
Ora tocca al governo intervenire. Stop a Equitalia
Di fronte a questa catastrofe ora tocca al governo intervenire. Noi la nostra parte la facciamo, prosegue Giammaria. Rispondiamo a centinaia di telefonate. Per lo più piccoli esercenti che vogliono sapere se possono o meno tenere aperto il loro negozio. Ma servono misure forti e urgentissime a sostegno di tutta la categoria. Abbiamo già chiesto il blocco dei mutui e la sospensione dei tributi sia di livello nazionale che locale. Se non ci sono incassi le aziende non possono pagare. E ovviamente chiediamo la sospensione automatica di tutte le cartelle di Equitalia. Sarebbe assurdo costringere commercianti e cittadini a fare la fila davanti agli sportelli per chiedere un piccolo beneficio che a questo punto è assolutamente dovuto. Chiediamo anche che la cassa integrazione in deroga sia estesa a tutto il settore del commercio.
Il calo aumenterà con le disdette degli albergatori
E poi ci sono le dichiarazioni prese al volo, semplici operatori del commercio che sono legati maggiormente al settore del turismo. Come il cameriere di un locale del centro intervistato da France Press. Il lavoro è diminuito tantissimo. Della metà? Forse anche più della metà. Gli fa eco Roberto Lena, che lavora in un negozio di souvenir. Ora si lavora di meno, ma con le disdette che arrivano per gli alberghi sarà anche peggio. Speriamo che la gente capisca che il problema c’è ma che non bisogna andare nel panico. Giusto, ma sembra più una speranza che una certezza. E con gli incassi ridotti al lumicino, si tira su la serranda per darsi forza. E per non rassegnarsi ad abbandonare l’attività che fino a ieri dava da vivere a tutta la famiglia. Una cosa è certa, i commercianti romani hanno bisogno di risposte subito. E non possono più aspettare.