Coronavirus, sugli autobus è rischio contagio
Zona rossa in tutta Italia. Divieto di uscire di casa se non per recarsi al lavoro. O per fare la spesa nel supermercato più vicino. Unica deroga, emergenze o impegni indifferibili. Tutti in fila per entrare in farmacia o nel negozio di vicinato. Giusto, con il coronavirus non si scherza. Ma cosa sta succedendo per la tutela della salute sui mezzi pubblici di Roma? Purtroppo poco o niente, da quello che raccontano sindacalisti e associazioni di utenti e pendolari. I mezzi sono sempre meno e sovraffollati. Si viaggia come sardine, e le prescrizioni contenute nel decreto del governo assomigliano alle grida manzoniane. Semplicemente, è impossibile osservarle. Così i mezzi pubblici della capitale sono a rischio contagio. Perché trasportano una marea di gente ogni giorno, e le precauzioni prese sono troppo poche. O addirittura mancano del tutto.
Sugli autobus è rischio contagio
Sigli autobus e sulle metropolitane di Roma i viaggiatori sono a rischio contagio. Perché ogni anno l’azienda capitolina trasporta una cifra impressionante di gente. Un miliardo e 200 milioni di persone, secondo le stime fornite direttamente dall’ATAC. E altre 70 milioni prendono i mezzi regionali del Cotral, soprattutto i pendolari che vengono a lavorare dalla provincia. Si viaggia ammassati, ma la calca inizia sulle banchine delle stazioni. Della metro così come delle ferrovie concesse. Tutti gomito a gomito, perché gli spazi sono quelli che sono. E ovviamente la prescrizione di osservare almeno un metro di distanza tra una persona e l’altra fa sorridere. Se non fosse che c’è in gioco la salute di tutti. L’azienda di trasporti capitolina una iniziativa l’ha presa. Da lunedì scorso la porta anteriore dei bus senza la cabina chiusa rimarrà bloccata. Ma sarà sufficiente a scongiurare almeno per gli autisti il rischio contagio?
A porte chiuse
Porte anteriori chiuse quindi per gli autobus in tutta Roma. Vale però solo per le vetture più vecchie, quelle che non hanno la cabina adeguatamente isolata. Esclusi i bus a due porte e quelli elettrici. E le nuove vetture di 12 e 18 metri dove il conducente dovrebbe essere adeguatamente protetto. Ma la RSU dell’ATAC pur riconoscendo le iniziative messe in campo dall’azienda non risparmia critiche. In un documento fatto circolare in queste ore i rappresentanti sindacali chiedono un incontro urgente con i vertici societari. Si vuole sapere se tutte le cabine chiuse siano in ordine e funzionanti, e come e quando i mezzi vengono sottoposti a sanificazione. Ma si richiede la massima attenzione anche per i bagni, i box di stazione e gli impianti di ventilazione e di aria condizionata. Oltre che la fornitura delle famose mascherine, che da queste parti proprio non si vedono.
Per i pendolari non va meglio
E per evitare il contagio non va certamente meglio per i pendolari, come denuncia Fabrizio Bonanni presidente del comitato pendolari di Roma Nord. Loro si sono rivolti direttamente con una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. I treni affollati sono un veicolo privilegiato per il contagio e noi ogni giorno rischiamo di ammalarci, si legge nella nota. Purtroppo ne’ la Regione Lazio ne’ l’ATAC sembrano aver compreso appieno il pericolo. I treni continuano a essere sporchi, affollati e insalubri. Noi pendolari abbiamo la quarantena dietro l’angolo. Il sovraffollamento dei mezzi è un problema serio e va affrontato con concretezza, rincara la dose l’associazione TrasportiAmo. Intanto sarebbe opportuno intensificare da subito la igienizzazione dei mezzi pubblici, delle fermate, delle banchine della metro e delle stazioni ferroviarie. Tutto giusto, ma per ora si vede poco o niente. E i mezzi pubblici rimangono un luogo a rischio contagio. Per i lavoratori delle aziende di trasporto e per i milioni di cittadini che li utilizzano ogni giorno.