Così l’usura strangola le imprese già rovinate dalla pandemia e dal lockdown

porta portese usura (2)

Per le imprese del terziario è l’usura il fenomeno criminale che nel 2021 ha registrato l’aumento maggiore. Più dell’abusivismo, ma ancora piu del racket e dei furti. E’ il tradizionale Report di Confcommercio, “Legalità ci piace”, a fare il punto sulla percezione dei crimini in ascesa. Per il 27% delle imprese dunque l’usura è il reato in maggior aumento in grado di penalizzare lo sviluppo delle aziende frenandone la crescita. Seguono l’abusivismo (22%), il racket (21%) e il furti (21%). Il trend è più marcato nelle grandi città ma soprattutto al Sud dove l’usura è indicata in aumento dal 30% delle aziende. Un fenomeno che “preoccupa”, per il rischio di finire esposti, il 17,7% degli imprenditori anche se la paura è più forte nelle grandi città (22%), al Sud (19,1%) e per le imprese del commercio al dettaglio non alimentare, 20%.

L’impresa però non si arrende all’usura

Ma le imprese non sembrano aver voglia di arrendersi. Nonostante l’11% degli imprenditori abbia avuto notizia diretta di tentativi di usura o di estorsione nella zona in cui opera, dice il Report Confcommercio, il 58,4% di essi ritiene che si dovrebbe denunciare. Il 33,6% dichiara che non saprebbe e solo il 6,4% pensa di non poter fare nulla. Comportamenti opposti questi che si polarizzano al Sud dove l’usura viene percepita in crescita in maniera maggiore che altrove, Se il 66,7% degli imprenditori infatti sarebbero pronti a sporgere denuncia, il 41% non saprebbe cosa fare unitamente a quel 9% per i quali non ci sarebbe nulla da fare. Una dicotomia questa , si legge nel Rapporto, determinata probabilmente dalla maggiore esposizione ai fenomeni criminali al Sud rispetto al Nord.

Nei piccoli centri più incapacità di reagire

La capacità di reagire comunque, si evince ancora dallo studio, è inversamente proporzionale all’ampiezza del territorio dove è localizzata l’impresa: più è piccola la città più paralizzante è l’atteggiamento verso il reato. Se già una minore propensione a denunciare si registra nelle città di medie e grandi dimensioni, intorno al 52% gli imprenditori che indicano la denuncia, nei centri abitati con meno di 10mila abitanti è più accentuata l’incapacità di reagire rispetto a questi fenomeni (il 42,1% degli imprenditori dichiara che non saprebbe cosa fare)