Covid, ecco il decreto. Mascherine anche in casa, stretta su feste private locali e ristoranti

È arrivato dopo un confronto serale del premier Conte con le Regioni il nuovo DPCM che riapre una stagione che speravamo terminata alla fine della primavera. Quella dei decreti del Presidente del Consiglio. Che annunciano misure restrittive per diminuire il rischio del contagio da covid 19. E che oltre alla stretta sulle libertà individuali, significano sempre la stessa cosa. Che la pandemia sta risalendo. Che il vaccino ancora non c’è, e quindi dobbiamo stare di più in casa. Mettere le mascherine quasi sempre. Vedere meno parenti e amici. Rinunciare allo sport preferito. Mangiare di meno al ristorante. Sbrigarci a prendere il caffè al bar, e forse prepararci di nuovo alle lezioni da casa per i nostri figli. Chiariamoci, non che altrove nel mondo vada meglio. Ma che tristezza, sembra davvero un gioco dell’oca malefico. Stiamo ritornando alla casella di partenza, e speravamo davvero di potercelo evitare.

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Al ristorante come Cenerentola, si chiude a mezzanotte. Niente assembramenti dalle 21 e mascherine consigliate in casa

Ed ecco tutte le novità più importanti del decreto. Arriva l’obbligo delle mascherine anche all’aperto, tranne per chi è intollerante e per i ‘runners’. E i ristoranti devono chiudere alle 24. Il che significa di fatto addio al doppio turno serale. Un disastro economico, specie nei fine settimana.  Che ha fatto dichiarare al presidente della Fipet Confesercenti Claudio Pica, “Ci usano come capro espiatorio, i nostri avventori non sono come cenerentola”. I bar invece dovranno abbassare la saracinesca alle 21. Così come è vietato dalla stessa ora consumare bevande e cibo all’aperto davanti ai locali. Un vero e proprio coprifuoco quindi. E già i gestori dei minimarket più o meno abusivi che vendono alcool e cibi vari in bustine o in scatola si sfregano le mani. Pregustando affari d’oro proprio come all’epoca del proibizionismo. Vietate anche cerimonie pubbliche, matrimoni, battesimi, comunioni e funerali con più di 30 persone.  Ma la norma che forse più fa discutere è quella delle mascherine anche in casa. Chi potrà mai controllare infatti cosa avviene nelle mura domestiche? Allora ecco che l’obbligo diventa un consiglio. Quando a casa ci siano persone non strettamente congiunte. E comunque, sono vietate feste e riunioni domestiche con più di sei partecipanti. Per il contapersone da fornire ai portieri, forse il governo Conte si sta già attrezzando.

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Stop a basket e calcetto amatoriali. Ma per ora niente didattica a distanza

Anche gli sport amatoriali cosiddetti ‘di contatto’ ora sono vietati. Non soltanto boxe e arti marziali, ma anche partite di calcetto e incontri di basket. Mentre si potrà continuare a giocare a paddle e a tennis. Sulle volée sotto rete chiediamo scusa ai nostri lettori, ma ci stiamo informando. E in queste ore il governo insieme al comitato tecnico scientifico ha anche ragionato di ridurre la capacità di autobus e metropolitane. Scendendo dall’attuale valore dell’80 per cento della capienza. Così come si è tornati a parlare della didattica a distanza. Sarebbe solo per le classi superiori. Ma almeno in questo provvedimento, si è preferito lasciare perdere. Limitandosi a vietare le gite scolastiche. Considerato che le nuove regole varranno per i prossimi 30 giorni, c’è sempre tempo per inserire qualcos’altro. Nel caso in cui questa prima stretta si rivelasse insufficiente.

Mille persone allo stadio, o il 15 per cento della capienza.

E finiamo con una nota frivola, ma nemmeno troppo. Perché parliamo di calcio professionistico. Uno sport certo, e di questi tempi di sono problemi ben peggiori che assicurare il pubblico ad una partita. Ma non dimentichiamoci che il pallone muove un sacco di soldi. E direttamente o meno, garantisce migliaia di posti di lavoro. Oltre ad essere un fenomeno di distrazione di massa. Una valvola di sfogo preziosa, specie in tempo di pandemia. Non si sa ancora se è per quanto i campionati andranno avanti, e se ci saranno o meno cambi di formula. Magari con i playoff. Ma questo lo deciderà il mondo dello sport, e non riguarda il decreto. Invece qui si parla di capienza degli stadi e di spettatori ammessi. Che resteranno sempre nel massimo di mille all’aperto e 200 al chiuso. Comunque con una percentuale non superiore al 15% della capienza di stadi e palazzetti. Come richiesto da molte Regioni, mentre il governo proponeva il 10.
Queste le novità più importanti contenute nel decreto, e il lockdown ‘morbido’ d’autunno è servito.

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