Covid, il 27 il V Day allo Spallanzani. Ma è allarme sulla disponibilità delle dosi
Il 26 arriveranno le prime 9750 dosi del vaccino della Pfizer. Direttamente allo Spallanzani di Roma, con la consegna demandata all’Esercito. Sotto la supervisione del Prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Che ha istituito per coordinare tutta la situazione una apposita cabina di regia, della quale fanno parte anche la Questura e la Regione Lazio. Nella persona dell’assessore alla sanità Alessio D’Amato. Il vaccino è stato ‘sdoganato’ dall’Ema, l’agenzia europea per il farmaco appena il 21 dicembre. Mentre per il 6 gennaio è atteso il via libera per il siero prodotto da Moderna. Per Astra Zeneca invece sembra che si dovrà attendere ancora un po’ ma certamente anche quest’ultimo prodotto sarà disponibile nei prossimi mesi. La prima italiana vaccinata nella giornata del V Day del 27 dicembre sarà una giovane infermiera di 29 anni, Claudia Alivernini. Proprio dello Spallanzani. Operativa nel reparto di malattie infettive, la Alivernini in questi mesi ha anche dato la sua disponibilità all’assistenza domiciliare per i malati di covid. Specie persone anziane, impossibilitate a muoversi.
Sarà certamente un momento importante e simbolico, ma passata la fase di propaganda e celebrativa i problemi restano tutti sul tappeto. A cominciare dalla disponibilità delle dosi, che rischiano di essere insufficienti. E di metterci in coda rispetto ad altri Paesi che sono partiti prima. Come gli USA e il Regno Unito.
27 milioni di dosi per l’Italia. Ma sui tempi della consegna l’Ordine dei Medici lancia l’allarme
Saranno almeno 27 milioni le dosi di vaccino messe a disposizione dell’Italia dalla Pfizer. Secondo il protocollo messo a punto direttamente con il Ministero della salute. Poi bisognerà dividerle tra le diverse Regioni. E i primi a potersi vaccinare come noto saranno gli anziani over 80, il personale sanitario e poi Forze dell’Ordine e soggetti esposti. Via via a seguire tutti gli altri. Ma il quantitativo previsto rischia di essere gravemente insufficiente. Considerando anche la necessità di un richiamo dopo 14 giorni. Che riduce i soggetti vaccinabili a poco più di 13 milioni. Sulla carta, se le consegne saranno regolari. E se non ci saranno sorprese dalla cosiddetta ‘variante inglese’. Che sarebbe ancora allo studio degli scienziati. Così il presidente dell’Ordine dei Medici del Lazio Antonio Magi ha lanciato l’allarme. “Se le dosi non arriveranno in tempo, il rischio sarà quello di non poter effettuare i richiami per i soggetti già vaccinati. E quindi di rendere vani tutti gli sforzi compiuti”. L’allarme in effetti c’è, perché le cifre non sono così chiare. E visto quanto successo nel Lazio con il vaccino antinfluenzale, c’è poco da stare allegri.
Di notte arriva la mail della Asl per il vaccino contro il Covid
Serviranno 200 milioni di dosi. Altrimenti l’immunità non sarà garantita
200 milioni di dosi entro il 2021. Questa è la necessità per l’Italia secondo il Piano messo a punto direttamente dal Ministero della Salute. Ma i numeri forniti dal commissario straordinario Arcuri sembrano dipingere una partenza a rilento. “Pfizer ha assicurato che nella settimana dal 28 dicembre arriveranno altre 450 mila dosi. Portate direttamente dall’azienda nei 300 punti di somministrazione scelti con Regioni e Province autonome”. Così Arcuri, mentre 1,8 milioni di dosi dovrebbero arrivare attorno a metà di gennaio. Ma ad oggi non ci sarebbe ancora un calendario dettagliato delle consegne. Dalle quali per ora restano esclusi gli operatori del settore privato. Insomma, ci vorrà molta pazienza. E quella capacità organizzativa che purtroppo non sempre chi governa l’Italia ha dimostrato di possedere.