Covid, il Tg1 criminalizza i giovani. Conte ringrazia (video)
Sul Covid il Tg1 come i gazzettini di regime, la parola d’ordine è terrorizzare gli italiani, criminalizzare i giovani. E sul piccolo schermo, nel principale telegiornale, va in onda la tesi gradita al governo per chiudere le discoteche.
No, gli sbarchi no, ma il Covid arriva dai luoghi del divertimento – “le notti folli in Croazia” titola il Tg1 nella sua pagina Facebook… – è il foglio che bisogna leggere e diffondere. Così Conte e Casalino sono felici.
Che ci fa alla Rai Marcello Foa?
E c’è da chiedersi che cosa ci stiano a fare Marcello Foa e i presunti sovranisti alla guida di un’azienda ormai precipitata sotto il peggiore dominio politico, quello che vorrebbe imporre il pensiero unico e lo stato d’emergenza per un tempo indefinito.
Ieri ci è toccato persino vedere interviste a giovani che sfottevano la giornalista prendendo a prestito la parodia – diventata virale – di quella donna siciliana che spara dalla spiaggia di Modello “Non c’è ne’ Covid, non c’è né”. E di fronte ad un’affermazione di ironia evidente, arriva l’inviata del Tg1 a rimbrottarla: “Ragazze, ma vi rendete conto di quello che dite?” replica la giornalista. La risposta non lascia spazio a dubbi: «Di ‘Coviddi’ non ce n’è più. Ce ne rendiamo molto conto».
Tg1 sempre al servizio di Conte pure sul Covid
A che cosa serve mandare in onda quella frase è presto detto, a gettare la croce proprio addosso ai giovani, scatenando i soliti soloni sulla rete: “Per colpa loro tra poco ci ritroveremo di nuovo tutti chiusi dentro casa e con una economia che dovrà reggere una seconda chiusura”.
Come se fosse colpa di una frase pronunciata da una donna a scatenare la seconda ondata tanto sognata dagli strateghi dell’emergenza e negata da un numero sempre maggiore di medici. Solo il tg1 può pensare di manipolare fino a questo punto la realtà.
Hanno preso l’unica ragazza in mascherina che un po’ brilla ironizzava su quella frase ormai conosciuta da tutti e ci hanno fatto un servizio per criminalizzare tutti. Siamo all’asservimento totale al regime, altro che storia e libertà presunte. Una chiara imitazione la trasformano in convinzione per giustificare le scelte di governo. Una vergogna “informare” in questa maniera.