Covid, lo sfogo del dj Palazzi. E il Lazio è maglia nera da due giorni

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Nella caccia all’untore questa settimana vince il titolo il dj romano Lorenzo Palazzi trovato positivo al coronavirus a Porto Rotondo. Dopo la ormai famosa festa in discoteca il 9 agosto scorso. Che si è trasformata in un incubo per una comitiva di romani. Finora otto i positivi al rientro. Intensificati i test rapidi a Fiumicino, ancora in ritardo la situazione a Malpensa e Linate. Negli scali non tutti  i tamponi che servirebbero sono ancora pronti. E manca il personale di terra.

Il dj Palazzi si sfoga su internet, non siamo colpevoli di nulla. Eravamo tutti asintomatici.

Lui si sfoga su Facebook “ Quando ho fatto le serate ero asintomatico. Ero in perfetta salute fisica e non potevo sapere di essere positivo”. Questo in entrambe le serate in cui Palazzi ha suonato in Sardegna al Country Club di Porto Rotondo e in un locale di Porto Cervo. Quando il 14 agosto ha saputo che alcune persone che avevano partecipato alle serate erano risultate positive, lui stesso si è recato presso un centro di assistenza per effettuare il test. Il dj è dal 15 agosto in quarantena spontanea ed è tuttora asintomatico.

Il caso Palazzi insegna. I giovani asintomatici portano il virus dalle spiagge alle città perché non ci sono stati controlli adeguati.

Giovani asintomatici come il dj romano Palazzi stanno spargendo il virus sulle coste italiane senza consapevolezza. A parte la voglia incontrollabile di passare le notti brave in discoteca nonostante si sappia da mesi che non era una buona idea. E allora perché il Governo le ha fatte riaprire? Per motivi economici ovvio. Tanto che ora il Sindacato dei locali notturni è sul piede di guerra e si è appellato al TAR contro il nuovo decreto di chiusura del ministro Speranza. Ma ha ragione Linus a dire che questa retromarcia  è una mossa ipocrita e assolutamente politica. Il danno ormai è fatto. Ormai  i ragazzi stanno tornando dalle vacanze e solo alcuni sono testati al rientro. Tra poco si scoprirà che sono una valanga umana di asintomatici positivi che si sono passati il coronavirus tra loro e poi ai propri cari in casa. Era giusto riaprire discoteche e locali per far ripartire il turismo e quindi l’economia ma non ci sono stati controlli né regole certe e più restrittive. Come al solito in Italia le cose si fanno con tante buone intenzioni ma pessima organizzazione. E il governo rosso giallo anche stavolta non si è smentito. Facendo arrabbiare tutti e mettendoci di nuovo nei guai.

https://www.ilcorrieredellacitta.com/news/coronavirus-chi-e-il-dj-romano-trovato-positivo-al-covid-19-dopo-la-festa-in-sardegna.html

Zingaretti annuncia 40 operatori in più per i test rapidi a Fiumicino. Ma i centri di accoglienza e le Rsa sono i cluster che danno al Lazio la maglia nera

Il presidente della Regione Lazio Zingaretti ha assicurato la presenza di almeno 40 operatori in più per i test rapidi all’aeroporto di Fiumicino. E 120 nuovi drive in dove potersi sottoporre al tampone. Ma già da due giorni proprio il Lazio ha la maglia nera per il record dei nuovi contagi. Che in gran parte sono dovuti a cluster specifici. Come nel caso della Rsa di Roma a Montespaccato. O del centro  Un Mondo Migliore sulla via dei Laghi ai Castelli romani. E ovviamente la polemica si incentra sulla gestione dei flussi migratori, che è di competenza statale. Ma anche sui controlli a tutela della salute. Che invece riguardano da vicino le responsabilità locali e regionali.

Allarme Covid a Rocca di Papa: nel centro di accoglienza altri 13 positivi

Lo sfogo di Paola Perego. Mio figlio fa il dj. È tornato a Roma dall’Argentario ma non riesce a fare il tampone

La dimostrazione che la situazione è pesante anche a Roma arriva dallo sfogo sui social della famiglia di Paola Perego. Il figlio della nota conduttrice tv, dj attivo anche lui in agosto tra Sardegna e Argentario cerca da quattro giorni di fare un tampone. Per chiarire la sua posizione e tranquillizzare fans amici e famiglia. Ma sembra che venga rimbalzato da un posto all’altro. Lui è uno dei 2 Dj delle serate in Sardegna e Ansedonia. Gli comunicano che alcuni dei partecipanti, gli organizzatori e l’altro Dj risultano positivi al Covid. Quindi applica il protocollo e chiama il medico di base, che prescrive il tampone. Chiama lo Spallanzani per fornire i dati e chiede che gli venga fatto il test. Risposta: “La chiamiamo noi” e non si sente più nessuno. Perciò richiama e gli dicono vada in fila al Drive in più vicino per fare il tampone…» ma anche lí lo rimandano a domani. E allora la lista dei contagi diffusi ogni sera appare inutile. E anche un po’ ipocrita.

https://www.huffingtonpost.it/entry/mio-figlio-dj-in-sardegna-e-allargentario-non-riesce-a-fare-il-tampone-da-4-giorni_it_5f3b8509c5b61100c3abec44