Quelli che criticano Vannacci non hanno cultura giuridica

Vannacci cultura giuridica

Sul generale Vannacci si cimentano in molti, ma è bene sentire l’opinione di chi è dotato di cultura giuridica e sa di che cosa si parla, come Salvatore Sfrecola. Egli è presidente dell’associazione nazionale dei magistrati e avvocati dello Stato in pensione (e magari fosse ancora in servizio attivo).

La parola di Sfrecola su Vannacci serve leggerla, perché in troppi fingono di non comprendere quale è il sentimento prevalente nella Nazione di fronte alle parole del generale. E Sfrecola lo scrive nel suo qualificato blog (“un sogno italiano”) in maniera assolutamente chiara.

Contro Vannacci ma senza cultura giuridica

Come insegna la storia i documenti che riscuotono successo popolare sono spesso quelli che intercettano i sentimenti e le opinioni della gente, con formulazioni semplici, che pertanto, vanno al cuore di problemi complessi, l’economia, la pace, la guerra. Sono, come ci insegnano i meteorologi, le questioni percepite più di quelle ragionate.

Del resto, anche un documento che ha fatto la storia delle democrazie moderne, la dichiarazione dei diritti dell’uomo, pur formulata da persone di cultura, si esprime in modo che tutto sommato è banale. Come l’affermazione del diritto alla “felicità” che campeggia nell’art. 1 della Costituzione degli Stati Uniti, adottata il 28 settembre 1776 a Filadelfia in Pennsylvania, qualificata come un diritto innato e inalienabile. Chi non lo comprenderebbe? Chi non ambisce ad essere felice?” Chi è Vannacci, dicono gli esperti privi di cultura giuridica, appunto.

Conta il comune sentire del nostro popolo

Di più. Vannacci, una brillante carriera militare al comando di unità d’elite delle nostre Forze Armate, come la Brigata paracadutisti Folgore o il Reggimento d’assalto Col Moschin, abituato a “sentire” l’opinione dei suoi uomini, che sono popolo, che certamente hanno la percezione di quel che vivono le loro famiglie, ha preso carta e penna ed ha messo giù alcune considerazioni, che certamente sapeva avrebbero fatto storcere il naso a politici e ad osservatori, ma che evidentemente sono presenti nell’opinione pubblica in modo consistente, probabilmente maggioritario.

E tanto altro ancora. La riflessione di Sfrecola, tutta da leggere a questo link, merita di essere diffusa e condivisa. Perché non se ne può più dell’ipocrisia dilagante.