Da “eroi” a dimenticati: ancora nessun risarcimento per i 400 medici e infermieri morti

infermiera durante covid

Medici, infermieri, personale sanitario. Il loro tributo alla pandemia di Covid, contro la quale combattrtono in prima fila, fu alto. Quattrocento vite perdute. Per risarcire le loro famiglie stanziati 15 milioni di euro, “ma al momento i risarcimenti non si sono visti“. E quelli “considerati eroi durante il periodo pandemico”, oggi sembrano “dimenticati”. Erano solo “pochi anni fa, ma sembrano distanti un’era geologica”. E’ la riflessione di Gennaro Avano, presidente dell’associazione ‘Medici a mani nude’, che riunisce i familiari di camici bianchi morti durante il loro servizio mentre il Covid imperversava. Gennaro è figlio di Mario, medico di famiglia ed endocrinologo, ucciso dal coronavirus a Napoli nel dicembre del 2020, a 66 anni.

Non ci sono novità per le famiglie colpite

Un padre di cui vuole ora ripercorre i passi, scegliendo una seconda laurea in medicina, dopo quella in fisioterapia. L’associazione che presiede, nata nel 2021, raccoglie soprattutto “familiari di circa 50 medici di famiglia e pediatri di libera scelta contagiati e uccisi dal Covid in tutta Italia”, ricorda Gennaro. Alla vigilia della seconda giornata nazionale del personale sanitario, domani, “non ci sono molte novità per le famiglie. Lo stanziamento dei fondi da tempo deliberato a livello parlamentare e governativo, designando l’Enpam, l’ente di previdenza dei medici, per la gestione in modo che le risorse possano essere distribuite una volta accertati i requisiti per accedervi. Tutto però è fermo, non c’è un provvedimento esecutivo.

Qualche aiuto solo dai privati

Sappiamo che le domande sono state analizzate e processate ma non è successo nulla. Siamo ancora in attesa”, sottolineando che “le famiglie chiedono che si arrivi presto a una conclusione. Per molte famiglie, infatti, oltre alla perdita affettiva incolmabile, venuta a mancare anche un’importante fonte di reddito”. Qualche aiuto alle famiglie è arrivato “da iniziative private, come il fondo ‘Sempre con voi’ della famiglia Della Valle”, conclude Avano ricordando che anche “molti pazienti ancora scontano la morte del medici di famiglia e dei pediatri. Ci sono aree dove per la carenza dei camici bianchi del territorio, gli assistiti dei medici deceduti non hanno ancora un dottore di riferimento o assegnati a colleghi lontani dal loro domicilio e sovraccarichi di pazienti”.