Da Gualtieri, Alfonsi e Ama ‘zero centesimi’ per la raccolta differenziata Porta a Porta dei rifiuti di Roma

Da sinistra, in alto, Roberto Gualtieri sindaco di Roma, Alessandro filippi Direttore Generale di Ama ex Acea, Sabrina Alfonsi assessora all'Ambiente della giunta Gualtieri; una canna fumante di un inceneritore, i classici bidoni della raccolta differenziata

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Il sindaco Roberto Gualtieri, l’assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi e l’Ama non investiranno nemmeno un centesimo per rafforzare la raccolta differenziata Porta a Porta dei rifiuti Roma per l’incremento del riciclo degli imballaggi. Almeno questo è quanto si desume dall’analisi della deliberazione della Giunta Gualtieri n. 2939 del 31 gennaio scorso.

Parliamo del sistema domiciliare di gestione del pattume che si basa sui bidoni per abitazioni e attività commerciali e, poi, del successivo riciclo delle materie prime. Un sistema che costituisce l’unica vera alternativa al business delle discariche e degli inceneritori, un business tanto caro a certi partiti e a certi politici.

Del resto la Giunta Gualtieri spiega nella sua deliberazione, fin troppo chiaramente, che non vi è “impegno di spesa” per la realizzazione del progetto oggetto della delibera. Aggiungendo, in seguito, anche che non vi sono in programma – con questa deliberazione di Giunta – “nuovi o maggiori (costi, ndr) per Roma Capitale”.

Gualtieri, Alfonsi e Ama: zero centesimi per il Porta a porta di Roma

L’oggetto della delibera è roboante: “Approvazione – si legge tra le carte – del Protocollo d’Intesa tra Roma Capitale, il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) e AMA S.p.A. per il rilancio della raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio nel territorio di Roma Capitale”. Il problema degli imballaggi, del resto, è sempre più impellente.

Gli imballaggi, si sa, sono sempre di più. Non solo per i negozi, ma anche e soprattutto a livello domestico vista e considerata la diffusione sempre più capillare di piattaforme di compravendita digitale, basti pensare ad Amazon, Vinted, etc.

Gualtieri scappa dal tema rifiuti?

Assente, al momento della votazione in Giunta della deliberazione, proprio il sindaco Roberto Gualtieri, il promotore dell’inceneritore di Acea e Ama, che dovrebbe sorgere presto in zona Roma sud, a Santa Palomba. Alle porte dei Castelli Romani, a due passi da Ardea e Pomezia, nel territorio del IX Municipio.

Non si è fatto vedere nemmeno il suo assessore allo Sport e Grandi Eventi, Alessandro Onorato: proprio quest’ultimo starebbe pensando di candidarsi alle prossime elezioni 2027, a patto che il centrosinistra sia disposto a sostenere le sue velleità e a fare le scarpe all’attuale primo cittadino.

Presenti in Giunta, al contrario, la vicesindaco Scozzese e gli assessori: Alfonsi, Bugarini, Patanè, Funari, Lucarelli, Smeriglio e Veloccia. Nella delibera è riportato un vero fiume di parole che sembrano prive di significato e concretezza.

Un solo milione di € per 7 grandi città e 5 milioni di cittadini

E il motivo di tante parole è presto detto. Il progetto di incremento del Porta a Porta di Roma è stato lanciato e finanziato solo dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi). Prende il nome tecnico di “Piano straordinario per 7 comuni del centro-sud” e prevede un investimento di un solo milione d’euro per il primo anno spalmato – tra l’altro – per 7 grandi città: Roma, Bari, Napoli, Palermo, Messina, Catania e Reggio Calabria.

Città che contano in totale ben 5 milioni di persone residenti (avete capito bene!). L’investimento, quindi, è di appena 20 centesimi per singolo cittadino, tra l’altro sborsati – lo ripetiamo – solo ed esclusivamente dal CONAI. Non da Roma Capitale o Ama.

A Roma il progetto riguarderà solo pochi Municipi: quali?

Nei “Municipi coinvolti – così spiega il Conai in un documento disponibile on line – l’obiettivo per Roma è di passare dall’attuale 45,8% di raccolta al 47,6%”. L’incremento minimale del Porta a Porta riguarderà, quindi, solo i pochi Municipi coinvolti dal progetto (che ancora non si sa quali siano) e non a tutta la città.

I soldi, evidentemente, la Giunta Gualtieri e gli attuali vertici di Ama (ex Acea) preferiscono investirli per altro, come ad esempio per comprare il terreno su cui costruire l’inceneritore di Santa Palomba.

Difatti, mentre l’Ama guidata dal dg Alessandro Filippi (ex capo di Acea Elabori, la società che ha progettato proprio l’inceneritore di Roma) ha speso di recente 7,6 milioni di euro solo per comprare il terreno di Roma-Santa Palomba su cui costruire l’inceneritore di Acea, la stessa Ama e il Comune di Roma investiranno – come anzidetto – ‘zero centesimi’ sul progetto di rafforzamento del Porta a Porta di Roma per il recupero degli imballaggi.

Roma ferma a percentuali da terzo mondo, ma zero investimenti

Eppure, Roma avrebbe bisogno di forti investimenti in tal senso: a maggior ragione visto e considerato che la città eterna è inchiodata al 45,6% di Porta a Porta (così spiega il Conai). Una percentuale da terzo mondo, indegna di un paese civile, ma soprattutto della Capitale d’Italia. A fronte di un limite minimo imposto dalla legge fissato al 65%.

Per incrementare il Porta a Porta di Roma non si potrebbe chiedere fondi extra al Governo nazionale? O magari alla Regione Lazio? Non si potrebbe, in ogni caso, attingere a fondi straordinari giubilari visto che Gualtieri è il Commissario del Giubileo 2025 in tema rifiuti o ministeriali vista la grandezza della Capitale? Evidentemente, la Giunta Gualtieri preferisce investire e chiedere fondi per fare altro, non certo sulle politiche davvero green, ossia quelle davvero a difesa dell’ambiente e della salute umana.

Il sindaco di Roma, promotore dell'inceneritore Acea di Santa Palomba
Il sindaco di Roma, promotore dell’inceneritore Acea-Ama di Santa Palomba
Roma Santa Palomba, il terreno comprato da Ama a ben 7,6 milioni di euro pubblici