Da Raggi a Gualtieri, per i casali di villa Ada tanti soldi pubblici, ma il futuro resta opaco
Roma, Villa Ada, da Raggi a Gualtieri in 4 anni si è arrivati allo stanziamento di 831mila euro di fondi pubblici per ristrutturare lo storico Casale della Finanziera che, successivamente, dovrebbe essere anche affidato al privato per finalità ancora ignote. Almeno questo è quanto desumibile da una delibera dalla Giunta pentastellata di inizio 2020 ‘ritoccata’ lo scorso 4 settembre dagli Uffici tecnici capitolini guidati dal sindaco Gualtieri. Gli altri edifici di pregio sempre interni all’area verde – le ex Scuderie reali, la Casa del guardiano e il Tempio di Flora – sono invece ancora tutti in attesa di restauro e dovrebbero essere – il condizionale è d’obbligo – tutti messi in sicurezza per evitare crolli.
Da Raggi a Gualtieri, per i casali di villa Ada tanti soldi pubblici
Ma le domande a cui dare risposta, su questi storici edifici in stato di abbandono da decenni, sono una infinità. Esattamente come le opacità che investono il progetto che ha attraversato le ultime due Giunte capitoline progressiste, prima quella grillina e ora quella dem. Ma facciamo un passo indietro.
Il futuro resta opaco
Prima di tutto, l’ultima ‘perizia di variante‘ del progetto porta la data del 4 settembre scorso e parla, in modo vago, solo di ‘restauro e messa in sicurezza degli immobili interni a villa Ada’. Di preciso, non si sa nulla di più. Di sicuro però la recente perizia di Gualtieri fa crescere di circa 100mila euro il costo del misterioso progetto approvato dalla Raggi. Sotto la guida dell’ex sindaca (così gradiva essere chiamata l’attuale consigliera di minoranza in quota M5S), si era partiti difatti da circa 740mila euro totali. Il progetto è guidato sempre dall’architetto Paola Del Gallo di Roccagiovine.
Le ‘sparate’ sulla stampa ‘amica
Eppure sulla stampa ‘amica’, a gennaio 2022, la Giunta Gualtieri pressata dai pentastellati giurava e spergiurava di voler investire sul sito immobiliare non meno di 9 milioni di euro. Un mese fa, sempre sulla stampa ‘amica’, questo presunto investimento sarebbe sceso a soli 6 milioni d’euro. Soli 6 milioni spesi però a corredo di un progetto a dir poco mirabolante dedicato ai bimbi che dovrebbe veder la luce, tra l’altro, in un batter baleno. A il Nuovo 7 Colli ci fidiamo solo dei documenti, non delle chiacchiere dei politici, con tutto il rispetto del caso. E le carte pubblicate l’11 settembre scorso ci dicono che, al momento, l’asticella degli investimenti immobiliari è ferma a poco più di 831mila euro. Per l’appunto, circa 100 mila euro in più di quanto previsto dalla giunta Raggi.
Villa Ada, che fine farà?
Villa Ada, nel cuore verde del Trieste-Salario, oltre ad essere un patrimonio ambientale di notevole importanza, ha al suo interno quindi diverse costruzioni di grande valore storico-artistico. Costruzioni queste che, da decenni, sono purtroppo abbandonate al degrado e sono state nel tempo teatro di ripetuti atti vandalici.
L’auspicata riqualificazione delle strutture, partita quindi 4 anni e mezzo fa per almeno uno dei casali, non è ancora ultimata. La recente perizia non spiega alcunché. Quali edifici, di preciso, sono coinvolti nel restauro? Il restauro sarà integrale? Alcuni edifici verranno solo messi in sicurezza? Quali? Per quando è previsto il fine lavori?
Quanto, poi, agli scopi futuri che si intendono perseguire con il progetto, la Raggi parlava, nella delibera ora oggetto di variante di Gualtieri, di “offrire maggiori servizi ai cittadini e migliorare la gestione e la manutenzione di alcune aree del parco attraverso la realizzazione di bandi pubblici per dare in concessione (quindi ai privati, ndr) i beni disponibili”. Ed, ancora: “Il presente intervento vuole iniziare a dare un segnale positivo alla popolazione cosi che possa fungere da volano per il recupero graduale anche degli altri beni promuovendo l’ausilio di capitali privati”.
Nella futura gestione del/degli immobile/i entrerà anche il privato? Chi? Con quale scopo? Entro quali tempi? Non è dato saperlo, al momento. Speriamo, certo, non sia necessario attendere altri 4 anni prima di trovare risposta alle nostre domande.