Da Roma e i romani l’insulto social di fine anno per Ama e Campidoglio: “Dove buttiamo la plastica?”

Roma, la foto pubblicata da Welcome to Favelas
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Da Roma e i romani l’insulto social di fine anno per Ama e Campidoglio: “Dove buttiamo la plastica?”. A Roma, l’ultima provocazione social del 2024 non passa inosservata. Un cartello affisso su un cassonetto dei rifiuti indifferenziati e immortalato da un cittadino recita: “Ama Buffoni: dove metto la plastica?”. La fotografia, pubblicata sulla piattaforma Welcome to Favelas, sintetizza il crescente malcontento dei romani verso la gestione dei rifiuti nella Capitale.

Roma e romani contro Ama e Campidoglio

L’episodio mette in luce una questione cruciale: l’assenza di un Piano serio e efficace per incrementare la raccolta differenziata domiciliare. Nonostante le promesse e i proclami, Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa della gestione dei rifiuti, e il Campidoglio, guidato dal sindaco dem Roberto Gualtieri, non sono ancora riusciti a implementare la percentuale di rifiuti da avviare al riciclo.

Roma e Ama senza un Piano pro Porta a Porta

La percentuale di Porta a Porta a Roma, del resto, è e resta ferma a percentuali da terzo mondo, al netto dei tanti proclami elettorali dal tono più o meno ‘green’. Questo metodo, già applicato con successo in molte città italiane ed europee, rappresenta l’unica vera alternativa sostenibile alla gestione dei rifiuti indifferenziati, spesso legata a interessi economici e politici consolidati.

Il messaggio del cartello non è un caso isolato, ma riflette il malessere diffuso tra i cittadini romani. In molti lamentano l’inefficienza della raccolta e la mancanza di trasparenza nella gestione dei rifiuti. La Capitale è spesso teatro di scene di degrado urbano, con cassonetti stracolmi e rifiuti abbandonati lungo le strade, un’immagine che stride con l’importanza storica e culturale della città. Ma anche di incendi, dai contorni mai chiariti, che hanno devastato impianti di trattamento sa pubblici che privati: Ama-Salario, AmaRocca Cencia, Ama Malgrotta, etc, etc.

Cittadini e ambientalisti contro Ama e Campidoglio

I ritardi nell’estensione della raccolta differenziata aggravano ulteriormente la situazione. Il porta a porta, considerato la soluzione più efficace per ridurre l’impatto ambientale e aumentare il riciclo, stenta a decollare a Roma. Mentre altre città italiane hanno raggiunto percentuali elevate di raccolta differenziata, la capitale rimane indietro, ostacolata da presunti problemi logistici, disorganizzazione, ma di sicuro da una mancanza di volontà politica.

L’insoddisfazione dei cittadini si unisce alle critiche di esperti e ambientalisti, che da tempo denunciano le carenze del sistema attuale. L’incapacità di affrontare in modo strutturale la questione dei rifiuti lascia spazio a soluzioni temporanee, spesso costose e inefficaci, che non risolvono il problema alla radice. Vedi il caso del trasporto dei rifiuti presso altre regioni e nazioni.

A Roma ed ai romani serve una svolta vera, non i soliti proclami politici

Questo episodio di fine anno diventa così il simbolo di una sfida più ampia per Roma. La necessità di un cambiamento radicale nella gestione dei rifiuti non è più rinviabile. Un sistema di raccolta moderno ed efficiente non solo migliorerebbe la qualità della vita dei cittadini, ma contribuirebbe anche a rafforzare l’immagine di una città che merita di essere all’altezza del suo prestigio internazionale.

Per ora, però, la domanda ironica e provocatoria sul cartello rimane senza risposta. Una domanda che, sebbene semplice, richiama l’attenzione su un problema complesso e ancora irrisolto: dove buttare la plastica, ma soprattutto, come risollevare una città che sembra intrappolata nella gestione inefficiente dei suoi rifiuti?