Dalla comunità di recupero guidava il narcotraffico a Roma: arrestato il boss napoletano Di Giovanni

Di Giovanni, boss

I carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di ripristino della misura cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Roma nei confronti di Ugo Di Giovanni, 45 anni, pregiudicato di origini napoletane, da tempo stanziale sul territorio capitolino: dalla comunità di recupero guidava infatti il narcotraffico.

Il giudice lo aveva mandato in comunità di recupero

Era stato arrestato, con altre 27 persone, nell’ambito dell’operazione “Alba – Tulipano”, eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma il primo dicembre 2020, perchè gravemente indiziato di essere a capo di uno dei più importanti sodalizi romani del narcotraffico operanti sotto l’egida del Clan Senese. A gennaio 2021, a seguito di patologie legate a un suo stato di tossicodipendenza, aveva beneficiato della concessione, da parte del Tribunale di Roma, della sostituzione della custodia in carcere con quella agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica per tossicodipendenti. Nuovamente oggetto delle investigazioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, a carico dell’indagato sono stati raccolti gravi elementi indiziari che portavano a ritenere che avesse immediatamente ricominciato a gestire le importanti attività di narcotraffico del sodalizio dall’interno della comunità terapeutica grazie anche all’utilizzo di criptofonini.

 

Ugo Di Giovanni è uno dei boss del Clan Senese

Infatti, i militari, coordinati dalla Dda della Procura della Repubblica capitolina che richiedeva in merito un Ordine di Indagine Europeo, reperivano, analizzavano e riscontravano tutte le conversazioni intercorse tra Di Giovanni e i suoi accoliti tramite chat crittografate. In particolare, gli investigatori riuscivano a raccogliere gravi indizi che consentivano di ipotizzare che l’uomo, a partire dal giorno stesso in cui era stato ammesso alla misura degli arresti domiciliari presso la comunità terapeutica, avrebbe: organizzato ulteriori traffici;
chiesto contezza circa la consistenza economica degli affari intrapresi in propria assenza, effettuando la contabilità relative alle forniture di sostanze stupefacenti e cercando di recuperare i crediti dai responsabili delle piazze di spaccio morosi; pianificato l’esecuzione di atti intimidatori nei confronti di uno degli spacciatori che non voleva onorare il proprio debito. Il 45enne, rintracciato all’interno della comunità terapeutica, è stato rinchiuso nella casa circondariale di Velletri.