D’Amato fa le barricate. Il Forlanini lo vuole chiuso
Raccontano che la vicenda del Forlanini sia presa molto male dall’assessore alla sanità della regione Lazio, Alessio D’Amato. Irascibile come non mai, non manda giù di avere tanta gente schierata per la riapertura dell’ospedale.
Gioca sulla tempistica, fa il furbetto, non compie un solo gesto serio. Nessuno gli ha chiesto di riaprire i battenti in una settimana. Sappiamo che amava la Cina in gioventù, ma non è capace come loro. Gli è sufficiente stalkare lo Spallanzani, accontentare importanti privati, lui il coronavirus lo combatte così.
Raggi, Cento, Fdi, Lega, Italia Viva. E centomila romani
Ora ci si è messa anche la Raggi e lui non può certo permettersi di mandare al diavolo il sindaco di Roma, l’assessore senza un voto della regione Lazio. Si infuria contro Italia Viva, che sta facendo un pandemonio sul Forlanini e gli rinfaccia di fare fronte comune con Fratelli d’Italia e con la Lega. Ieri in Campidoglio – e incredibilmente con il solo voti contrario del Pd – l’assemblea capitolina ha approvato un ordine del giorno della maggioranza, a prima firma della consigliera Gemma Guerrini e sottoscritto anche dal consigliere di Sinistra italiana Stefano Fassina, che impegna la sindaca Virginia Raggi a chiedere alla Regione Lazio di riaprire ospedali storici di Roma, come il Forlanini, il Nuovo Regina Margherita, S. Maria e San Gallicano a Trastevere e San Giacomo vista ”la carenza di posti letto e di reparti specializzati di cui Roma soffre in questo momento” e perché sono ”risorse imprescindibili e presidi indispensabili per le esigenze sanitarie della capitale d’Italia”. Non lo dite alla regione Lazio.
Se potesse D’Amato andrebbe a citofonare sotto casa di quelli che hanno firmato una petizione che sta per arrivare a centomila sottoscrittori, ma sono troppi. E in fondo è meglio se da loro non si fa vedere. Perché ogni giorno fa passare anche quei cittadini, assolutamente autonomi dai partiti, come degli ignoranti.
D’Amato considera il Forlanini cosa personale
Probabilmente non ha nemmeno letto le richieste di quelle decine di migliaia di persone. Se ha visto che tra loro c’è pure “er Piotta”, al secolo Paolo Cento vecchio compagno di barricate estremiste, la smetterebbe con le battutine.
Sul tema ha ragione il consigliere di Fdi Giancarlo Righini: “Sul Forlanini l’assessore D’Amato non faccia finta di non sentire e dia subito al commissario Arcuri indicazioni per la riapertura. Il Coronavirus lascia strascichi pesanti che richiedono un periodo di riabilitazione, bisogna attrezzarsi per garantire il recupero completo ai guariti e questo deve essere il nuovo ruolo del Forlanini, per decenni punto di riferimento nazionale per la pneumologia e le patologie toraciche”.
Eppure basterebbe ascoltare il professor Martelli
“Il professor Martelli, illustre clinico ed ex primario del nosocomio, ha piu’ volte ribadito che e’ possibile riattivarlo in tempi brevi- conclude Righini- Il Forlanini e’ fondamentale sia perche’ polo specializzato d’eccellenza, sia perche’ puo’ fornire altri posti letto ed alleggerire il numero dei ricoverati allo Spallanzani”.
Ma l’assessore, appena sente, legge, origlia parole sensate si imbufalisce. Perché ormai ha preso il Forlanini come fatto personale e fa le barricate da solo. Senza rendersi conto che chiunque lo guarda avvicina il dito alla propria tempia e ticcbetta. Ma lui dice che i matti sono tutti gli altri. A partire da quasi centomila persone che insulta con i suoi atteggiamenti.