Daniela Santanché, la ministra del Turismo rinviata a giudizio per il caso Visibilia

Daniela Santanché
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La ministra del Turismo Daniela Santanchè, esponente di Fratelli d’Italia, andrà a processo per il caso Visibilia, la società che aveva fondato e da cui aveva successivamente dismesso le cariche. L’accusa è di false comunicazioni sociali, reato per cui la giudice per l’udienza preliminare Anna Magelli ha disposto il rinvio a giudizio. Il processo inizierà il 20 marzo davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Milano.

L’inchiesta si concentra su presunte irregolarità nei bilanci della Visibilia Editore, che, secondo l’accusa, sarebbero stati “manipolati” per trarre ingiusto profitto e ingannare gli investitori. Tra le persone rinviate a giudizio figurano 16 imputati, inclusi il compagno della ministra, Dimitri Kunz, la sorella Fiorella e altri membri della famiglia.

Le reazioni dell’opposizione: “Dimissioni Santanché subito”

Le accuse contro Santanchè hanno innescato una forte reazione politica. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, non usa mezzi termini: “Giorgia Meloni deve assumersi la responsabilità politica. Non si può chiudere un occhio quando si tratta di amici di governo. Le accuse sono gravi, e la ministra dovrebbe fare un passo indietro”.

Dello stesso avviso il leader del Movimento 5 StelleGiuseppe Conte, che definisce la situazione “indecorosa”. Il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, ha annunciato l’intenzione di presentare una seconda mozione di sfiducia se Santanchè non dovesse dimettersi.

Cosa dice la difesa

L’avvocato della ministra, Nicolò Pelanda, ha espresso fiducia nel processo: “Dimostreremo la completa estraneità alle accuse”. Santanchè, secondo il legale, si aspettava un “esito diverso” ma affronterà il dibattimento convinta di poter chiarire ogni aspetto.

Gli altri filoni d’indagine: dall’Inps al bio-food

La ministra è coinvolta anche in altre inchieste che aggiungono ulteriore pressione:

  1. La presunta truffa all’Inps durante il Covid
    Un’indagine riguarda presunte irregolarità nella gestione della cassa integrazione per i dipendenti di Visibilia durante la pandemia. La Corte di Cassazione, il 29 gennaio, deciderà se la competenza territoriale spetta a Milano o Roma.
  2. Il fallimento di Ki Group
    Santanchè è indagata per il crac della società Ki Group, specializzata in bio-food, che ha accumulato debiti per oltre 8,6 milioni di euro. Anche in questo caso, la senatrice si è detta certa della sua estraneità alle accuse.
  3. Il crollo di Bioera
    Un altro filone riguarda il fallimento di Bioera, altra società della galassia Santanchè, con un buco stimato di 8 milioni di euro. La liquidazione giudiziale, dichiarata a dicembre, potrebbe portare all’apertura di fascicoli per bancarotta fraudolenta.

Il caso Visibilia: una battaglia in aula

Secondo la Procura, il cuore delle accuse risiede nell’iscrizione di valori “gonfiati” nei bilanci di Visibilia Editore, che avrebbero falsamente rappresentato la situazione finanziaria della società. Uno dei principali accusatori, il finanziere Giuseppe Zeno, rappresentante dei soci di minoranza, ha dichiarato: “Non volevano fornirci i dati richiesti, ma alla fine le indagini hanno confermato le nostre ipotesi. Abbiamo perso tra i 350mila e i 400mila euro”.

Cosa succede ora

Il processo sarà una prova non solo per Santanchè, ma anche per l’esecutivo Meloni, già sotto pressione per altre questioni. Le opposizioni non sembrano intenzionate a mollare la presa, e il dibattito sul ruolo politico della ministra si intreccerà inevitabilmente con i tempi della giustizia.

Mentre l’inchiesta giudiziaria seguirà il suo corso, resta da vedere se Santanchè resisterà alle crescenti richieste di dimissioni o se sarà la premier a decidere di prendere provvedimenti per tutelare l’immagine del governo.