De Vito lascia il M5S. E la maggioranza della Raggi non c’è più

Marcello De Vito ha lasciato ufficialmente il Movimento Cinque Stelle. E lo ha fatto con un lungo comunicato pubblicato direttamente sulla sua pagina Facebook. Dopo nove anni finisce così l’avventura nel partito fondato da Beppe Grillo dell’attuale presidente del Consiglio comunale di Roma. Che era stato il principale rivale nelle primarie contro la Raggi per l’ultima candidatura a sindaco. E che da molto tempo era in contrasto aperto con la prima cittadina. Su alcune questioni di livello locale, come la chiusura delle ZTL e le licenze degli ambulanti. Ma evidentemente il malessere di De Vito andava oltre. E si rivolgeva anche alla politica nazionale del Movimento. “Il motivo è che non avverto più alcun senso di appartenenza – ha chiarito lo stesso De Vito. Non riesco più a dire alle persone ‘Noi del Movimento 5 Stelle’…”. Una difficoltà che è “il risultato delle tante capriole ideologiche degli ultimi due anni”. Una cosa comunque è certa. Con questo ultimo abbandono, alla Raggi rimangono 24 consiglieri su 49. E quindi anche formalmente, la sua maggioranza in Campidoglio non c’è più.

Licenze ambulanti, volano gli stracci tra De Vito e il marito della Raggi

Per il presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito troppe ‘capriole ideologiche’ per restare nel Movimento

Troppe capriole ideologiche. Specie negli ultimi due anni. Questa la principale motivazione addotta dal presidente del Consiglio comunale di Roma Marcello De Vito per spiegare su Facebook i motivi del suo abbandono del M5S. Due i punti principali, la rinuncia al divieto delle alleanze e la deroga al doppio mandato. Votati in estate, ha precisato l’esponente politico ex grillino. E archiviati “in una votazione agostana senza alcun vero dibattito”. C’è poi l’indice puntato contro la ricerca del consenso. Che non ha permesso di nominare il comitato direttivo scelto dagli iscritti “probabilmente perché si intende sostituirlo con una figura più popolare, più social e con più like, che consenta più voti”. C’è spazio anche per puntare l’indice sulla contrapposizione interna, definita la “battaglia tra Conte e Casaleggio/Rousseau”. Finalizzata ad ottenere “il vero oro”, vale a dire “i dati degli iscritti”. Insomma un j’accuse a 360 gradi. Che non risparmia neppure l’attuale capo politico Vito Crimi. Definito “un reggente eterno”, che “non ha voluto capire che il suo ruolo aveva funzione limitata nel tempo”. E poi il ritardo con cui sono stati convocati gli stati generali, “rinviati all’infinito”.

La vicenda giudiziaria

Anche se De Vito nel suo post non lo dice, nella scelta di dimettersi dal M5S ha sicuramente influito la sua vicenda giudiziaria. Che lo ha visto indagato per un caso di sospetta corruzione. Per il quale il consigliere è dovuto stare per diverso tempo lontano dall’Aula. Salvo poi rientrare e riprendere normalmente a presiedere le sedute. ‘Mi sento come Enzo Tortora’, ha avuto modo di dichiarare lo stesso De Vito. Che ha sempre professato la propria totale innocenza. Ma gli imbarazzi nel Movimento sono stati tanti. E proprio qualche collega non particolarmente amico, in occasione dell’ultima battaglia per tenere aperti i varchi della ZTL, lo aveva inviato senza mezzi termini a ‘pensare piuttosto al suo processo’. Un rapporto logoro da tempo insomma. Sul quale adesso è calato definitivamente il sipario.

https://www.romatoday.it/politica/de-vito-lascia-m5s-.html