Diagnosi sbagliata a un undicenne morto: tre medici del Bambino Gesù rinviati a giudizio

bambino gesù

Tre medici del Bambino Gesù rinviati a giudizio per una diagnosi errata nel 2019. Nel traffico causato dai preparativi per la gara di Formula E, Antonio Bertoni, undicenne, morì in macchina a causa di una crisi respiratoria. La madre chiedeva aiuto mentre automobilisti e motociclisti rimanevano impotenti. Tuttavia, la morte del bambino non fu causata dal traffico ma da un tumore mai diagnosticato.

L’indagine della Procura di Roma, come ricostruisce il Corriere della Sera, ha portato al rinvio a giudizio di tre medici del Bambino Gesù, accusati di non aver effettuato una biopsia nonostante tre accessi al pronto soccorso avessero evidenziato segnali preoccupanti. Il processo inizierà il 10 maggio, ben 4 anni dopo la tragedia. La madre di Antonio aveva prenotato una visita al San Camillo dopo che il bambino aveva avuto problemi respiratori per diverse volte. Tuttavia, ignorava la malattia del figlio quando si mise in macchina per andare all’appuntamento. Arrivata al quadrante Sud di Roma, rimase bloccata nel traffico ed il bambino morì poco dopo.

I medici Sebastian Cristaldi, Maria Francesca Faa e Silvia Federici siederanno sul banco degli imputati, rappresentati dall’avvocato Gaetano Scalise, presidente delle Camere penali. Tuttavia, Scalise osserva che la decisione di mettere in giudizio i tre imputati in seguito alla tragedia del 11 aprile 2019 è irragionevole, poiché una perizia ha stabilito che non c’è alcun nesso di causalità tra l’evento e il comportamento dei sanitari. Il processo avrà inizio il 10 maggio, a quattro anni di distanza dalla scomparsa del bambino.

In quei giorni, a Roma si prepara la corsa di Formula E, programmata per il 13 aprile, il che ha causato la chiusura di un tratto di via Cristoforo Colombo e il caos nel quadrante Sud della città. Proprio in quel momento, la madre di Antonio, venuta da Latina, ha portato il figlio al San Camillo dopo che aveva presentato problemi respiratori durante la notte.

In realtà, le condizioni del bambino erano preoccupanti già da fine febbraio e, nonostante tre visite al pronto soccorso del Bambino Gesù, gli antibiotici prescritti non hanno portato a miglioramenti. La madre, assistita come parte civile dall’avvocato Michele Monaco, ha quindi deciso di portare il figlio al San Camillo, ma ha ignorato la gravità della situazione. Sebbene avesse intuito che i problemi respiratori fossero complessi, non ha mai sospettato che potessero essere causati da un linfoma. Per la Procura di Roma i tre medici del Bambino Gesù dovranno rispondere della mancata biopsia.