Disastro sanità nel Lazio. Niente personale ne’ ambulanze
Disastro sanità nel Lazio. La tanto sbandierata regionalizzazione dei servizi sanitari sta facendo acqua da tutte le parti. E l’emergenza del Covid 19 sta mettendo a nudo tutti i problemi irrisolti. Le scelte sbagliate del governo e i ritardi della giunta Zingaretti. La Regione dovrebbe essere uscita dal commissariamento ma da quanto sta succedendo in questi giorni sembra davvero che non sia così.
Nel Lazio è disastro sanità
È un disastro la sanità nel Lazio nonostante le tende da campo montate davanti agli ospedali e presentate come una svolta decisiva dal presidente Zingaretti. I posti letto non ci sono e anche il personale sanitario è ridotto all’osso. Eppure qualcosa si potrebbe fare. Esistono dei concorsi regolarmente espletati e delle graduatorie aperte. Si potrebbe cominciare da lì. Per garantire il diritto a lavorare a chi è risultato idoneo ma non è mai stato chiamato. E per dare risposte ai cittadini che chiedono di essere curati e assistiti da un sistema sanitario che non sia ai livelli di un Paese del terzo mondo.
Niente personale e ambulanze fai da te
Il disastro della sanità del Lazio è anche dovuto alla cronica carenza del personale sanitario. Allora risulta incomprensibile quello che sta accadendo in queste settimane di emergenza coronavirus. C’è la graduatoria dei vincitori del concorsone del Sant’Andrea fatto a luglio per gli infermieri, ma nessuno ha preso ancora servizio da nessuna parte. Intanto si continuano a cercare persone all’estremo con spese maggiori finanziando il sistema delle cooperative. Che già in passato a Roma qualche problema sugli appalti legati ai servizi sociali lo ha dato. Evidentemente dagli errori commessi qualcuno non vuole proprio decidersi ad imparare. Al Policlinico Umberto I sarebbero 700 i posti per Osa, Oss e infermieri che andranno all’esterno. Sarebbe interessante chiedere il perché al direttore generale del nosocomio, magari spiegando anche quali sono i costi di queste operazioni. Tanto paga pantalone, cioè i cittadini di Roma e del Lazio.
Non ci sono autisti per l’Ares 118
Il disastro della sanità regionale è ancora più chiaro se vediamo ciò che sta accadendo per gli autisti delle ambulanze. All’Ares 118 aspettano come il pane il concorso per i nuovi autisti che intanto è stato rinviato. Così si continua con le esternalizzazioni con l’accorpamento dei turni. Spese fuori controllo e personale sfinito che nonostante tutto cerca di svolgere al meglio il proprio lavoro. Le linee telefoniche del 112 e del 118 sono sempre intasate così come il centralino dello Spallanzani dove si curano le malattie infettive. Attese infinite per gli autisti e gli infermieri nelle ambulanze in attesa del semaforo verde per portare i casi sospetti in ospedale. È successo l’altra notte a Roma nord, una chiamata per un presunto caso di coronavirus. L’ambulanza corre, è notte e arriva sul posto verso l’una e trenta. Ma fino alle tre non riesce a prendere la linea con la centrale operativa e con lo Spallanzani. Tutti bardati con tute e mascherine e bloccati con il paziente in ambulanza. Allucinante. E alla fine all’alba il doppio lavoro. La santificazione dell’ambulanza. Perché se non ci pensa il personale sanitario con il fai da te nessuno provvede. Il presidente Zingaretti e l’assessore D’Amato hanno il dovere di intervenire subito e di sbloccare almeno le graduatorie. Perché la situazione è fuori controllo.