“Dite a Tridico che per l’Inps risulto morta”. La denuncia della prof romana Stefania Martani
Si chiama Stefania Martani. Romana, insegnante, giornalista, ex collaboratrice di Repubblica. Ha 52 anni, ma per l’Inps è deceduta il 22 marzo 2020. La professoressa se n’è accorta presentando una domanda al Caf per ottenere l’Isee per il bonus vacanze.
La domanda presentata ai primi di luglio, ad agosto non era ancora pronta. Dopo la chiusura del Caf per le ferie estive, l’amara sorpresa. Dopo una serie interminabile di chiamate, finalmente l’arcano, dopo due mesi dall’invio della documentazione, è stato svelato. La donna all’Inps risulta morta, deceduta, passata a miglior vita.
Stefania Martani: “Devo andare di persona all’Inps per dire che non sono morta”
«In preda a un capogiro– denuncia la Martani in una mail a 7Colli – sono stata lì lì per rendere effettiva la sentenza dell’ente, ossia per tirare le cuoia. Sono forse davvero morta senza saperlo e senza convincermene, come nelle peggiori invenzioni hollywoodiane?». Poi in un moto di ribellione «ho preteso che la questione si chiarisse immediatamente presso gli uffici. Più facile a dirsi che a farsi, perché nonostante l’invio del certificato di residenza, l’Inps ha fatto lo gnorri, mentre il Caf si derubricava a mero spettatore dell’assurdo, invitandomi a recarmi di persona presso uno degli uffici, e rendere palese con la mia presenza che di abbaglio omonimico trattavasi».
«Lapalissiano, si dirà, ma niente affatto – prosegue la sorella della showgirl Daniela Martani – la correzione non è effettuabile tramite l’operatore del call center e gli uffici ricevono dietro appuntamento, che, in tempi di Covid, sono sempre più rarefatti. Quindi ho anche incassato il danno del mancato bonus. Estate finita e pure i bonus a quanto pare. E altri numerosi detrimenti. Come l’impossibilità di accedere a gratuito patrocinio, iscrivere il figlio a un corso universitario. Dovrò, quindi, rassegnarmi ad aspettare fino a circa metà ottobre per essere resuscitata dal numinoso Tridico, attendendo, nel frattempo, a tutti gli oneri di cui è costellata l’italica quotidianità. Sperando che quell’errore non sia un salto in avanti di un ente talmente efficiente da formalizzare eventi, ci auguriamo, ancora lontani».