Dossieraggi, da Cantone parole pesantissime: “Cifre che inquietano, migliaia di spiate…”

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Durata tre ore l’audizione del procuratore di Perugia Raffaele Cantone sull’inchiesta di Perugia, davanti alla Commissione Antimafia. Il procuratore ha lasciato Palazzo San Macuto dove torna alle 14.30 per essere sentito davanti al Copasir. “Bisogna tutelare le banche dati, non solo quella della Dna, ma tutte quelle che hanno atti giudiziari”, ha detto. Quelli dell’inchiesta sono “numeri molto più preoccupanti di quelli emersi, inquietano, sono mostruosi”. “In questi mesi, da quando è uscita la prima notizia, come procura di Perugia abbiamo fatto atti delicatissimi, abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa che va ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria”, aggiungendo che in questo modo ha consentito di “far uscire questo verminaio”.

“La vicenda è molto grave, il numero di accessi fatti è eccessivamente elevato”

“Il mercato delle sos non si è affatto fermato”, ha spiegato, le ricerche sono proseguite anche dopo la fuga di notizie sull’inchiesta. “La vicenda è molto grave, il numero di accessi fatti è eccessivamente elevato, evidente che in 4 anni gli atti consultati sono tantissimi”, ha aggiunto Cantone. “Laudati ha detto che intende rendere dichiarazioni e lo aspettiamo”. “Quella effettuata da Striano – continua il procuratore di Perugia – è una ricerca spasmodica di informazioni su una serie di soggetti che spesso si è limitata a quella richiesta di informazioni, non spetta a me dire se è dossieraggio”. Cantone ha quindi ricordato che qualcuno ha detto che la procura di Perugia ha smentito un dossieraggio ma precisa che in questi giorni “la procura non ha parlato con nessuno”.

Il finanziere era amico dei giornalisti coinvolti nell’indagine

Al momento non sono emersi “elementi che ci facessero pensare a finalità economiche”, ha detto ancora sottolineando che sono stati ovviamente svolti controlli sui conti del finanziere indagato. Nel corso dell’audizione Cantone ha ricordato che “l’atto in sé ha una sua valenza anche in relazione a chi lo utilizza” e ha sottolineato che “l’attivita ha riguardato soprattutto atti non coperti da segreto e ciò ci ha tranquillizzato rispetto a un’attività che resta comunque massiva”. Riguardo ai rapporti tra il finanziere indagato e i giornalisti coinvolti nell’indagine, Cantone ha osservato: “Ci risulta che Striano con una serie di giornalisti aveva rapporti di amicizia”, ha detto il procuratore precisando che non si sa come il rapporto era nato.

Cantone: Conosco bene quali sono i limiti e i diritti della stampa

Ma che “non ci sono elementi per ritenere che ci siano state segnalazioni” da parte di qualcuno rispetto alla figura del finanziere. “L’indagine è affidata al gruppo valutario della Gdf di cui mi fido”, ha continuato il procuratore ricordando che la Gdf “è la prima che ha ricevuto un danno” ed è “motivata ad arrivare alla fine di quanto accaduto”. E ancora: “Qualcuno ha detto che stiamo attaccando la libertà di stampa, per me è un principio fondamentale e la stampa svolge un ruolo determinante. Conosco bene quali sono i limiti e i diritti della stampa”. “I giornalisti sono solo quattro, altre quattro persone avevano rapporti con Striano ma non sono giornalisti”, ha precisato Cantone riguardo ai cronisti coinvolti nell’inchiesta.

La stampa aveva commissionato attività di informazione all’ufficiale di polizia giudiziaria

“L’imputazione è provvisoria, abbiamo limitato le imputazioni ai casi in cui riteniamo, in base a elementi forti, che non c’era una notizia data alla stampa ma che la stampa aveva commissionato attività di informazione all’ufficiale di polizia giudiziaria. Un’ipotesi che speriamo smentita. Questo numero enorme di dati, di informazioni, di atti scaricati alla banca dati della procura Antimafia, che fine ha fatto? Quanti di questi dati possono essere utili per cento ragioni? Ci preoccupiamo della criminalità organizzata, della stampa, ma quante di queste informazioni possono essere utili anche ai servizi stranieri e a soggetti che non operano nel nostro territorio nazionale? Tra i dati scaricati ci sono informative banali ma anche atti coperti dal segreto”, dice Cantone.

C’è bisogno di meccanismi contro gli attacchi esterni, ma anche rispetto agli attacchi interni

Secondo il procuratore “sarebbe impossibile contestare l’associazione a delinquere, non c’erano gli elementi”. Secondo l’accusa, l’indagato “fa una serie di favori a una serie di soggetti che fra loro non hanno rapporto”. “Il tema delle infrastrutture informatiche evidenzia che ovunque ci sono accessi abusivi. C’è bisogno di meccanismi contro gli attacchi esterni, ma anche rispetto agli attacchi interni, le banche dati sono vulnerabili, ha aggiunto. “Il commissariamento della procura Antimafia è una boutade perché un organo giudiziario non può essere commissariato”, ha poi detto rispondendo a una domanda sulle polemiche sulla Procura nazionale Antimafia della quale qualcuno ha chiesto il commissariamento.

La maggior parte degli accessi riguarda esponenti di centrodestra

Riguardo alle tipologie di accessi al centro dell’indagine, spiega, “ci sono nomi anche rilevanti, c’è la compagna di un ex presidente del Consiglio che non era di centrodestra, ma certamente la maggior parte degli accessi ha riguardato esponenti di centrodestra. C’era anche un esponente del Pd: se qualcuno avesse spiegato e volesse spiegare il perché sarebbe molto più semplice capire ma le valutazioni politiche spettano a voi”. “Il Csm valuterà se e quando sentirci, noi ci siamo messi a disposizione. Le cose sono state dette in seduta pubblica, quindi si potrebbe anche ritenere sufficiente ciò che abbiamo detto”, ha aggiunto.