Dossieraggi, l’affare s’ingrossa: l’Antimafia convoca De Benedetti e il direttore del Domani

De benedetti, dossieraggi

Clamorosa svolta nell’inchiesta sui dossieraggi effettuati dall’ex maresciallo della guardia di finanza Pasquale Striano, fino allo scorso anno responsabile del gruppo «segnalazioni di operazioni sospette» di via Giulia.

Carlo de Benedetti convocato dall’Antimafia sui dossieraggi

Anche l’editore Carlo de Benedetti dovrà deporre in commissione Antimafia presieduta da Chiara Colosimo. A fargli compagnia il direttore del Domani Emiliano Fittipaldi, il ministro della Difesa Guido Crosetto, autore dell’esposto da cui è partita l’inchiesta, il Guardasigilli Carlo Nordio, il comandante generale della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro (che ha già disposto un audit interno), il generale Michele Carbone, direttore della Dia ed Enzo Serata, direttore dell’Uif di Banca d’Italia, la macchina che sforna le Sos (Segnalazione di operazioni sospette) che avrebbero ispirato gli accessi di Striano alle banche dati che aveva a disposizione. Niente audizione invece per l’ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho.

I presidenti delle Camere hanno confermato che è impossibile l’audizione di un componente della stessa Bicamerale (alla quale da ieri si è aggiunto Maurizio Gasparri di Forza Italia), di cui il parlamentare M5S è vicepresidente.

Cafiero De Raho, messaggio in codice: altri sanno la verità

Cafiero De Raho magistrato prestato al M5S, già Superprocuratore antimafia dal 2017 al 2022, ieri si è difeso sul caso dossieraggi: «Additare me è soltanto un modo per attaccare l’opposizione, che è comunque al di fuori di qualunque congegno dossieristico come quello che è avvenuto. Se effettivamente è avvenuto». L’ex magistrato intende ribattere punto su punto alle accuse e alle insinuazioni. Dicono che la falla era il suo ufficio? «Si rileva chiaramente che tutti gli accessi sono stati fatti fuori dalla Direzione nazionale antimafia e che sono evidentemente tutti strumentali, perché il controllo su quel settore lo avevano altri».
Opaco e sibillino messaggio in codice a qualcuno. Per un ex magistrato, oggi parlamentare grillino, un atteggiamento singolare e contraddittorio del quale Conte e il M5s per primi dovrebbe chiedere conto.