DPCM, ancora proteste a Roma. Lavoratori dello spettacolo in strada da Porta Pia all’Umberto I
Ancora proteste contro le limitazioni e le chiusure imposte dall’ultimo DPCM del governo Conte. Stavolta è toccato ai lavoratori e alle maestranze dello spettacolo scendere in piazza. Bloccando il traffico nella prima serata di ieri a Porta Pia, tra fumogeni e slogan contro l’esecutivo. Oggetto della manifestazione, la chiusura imposta per legge di tutti i cinema e teatri a Roma e in Italia. Che mette sul lastrico decine di migliaia di artisti, coreografi e sceneggiatori. Ma è anche l’indotto a soffrire, a cominciare dagli addetti alle sale. Per finire con i servizi di catering, i server responsabili dell’audio e delle luci e tutto quanto gira intorno al mondo dello spettacolo. Ieri sera però a sostenere la protesta ci hanno pensato anche i movimenti, tra i quali alcune sigle ‘indipendenti’ che rivendicano da tempo il diritto alla casa. Così gli slogan cantati e le parole contenute nel lungo striscione srotolato all’inizio della manifestazione avevano un carattere più politico che in altri eventi simili visti in questi giorni a Roma. Tu chiudi, ora ci paghi il coro più gettonato. Mentre la scritta recitava, vogliamo tutto, salute e reddito. E ancora, reddito salute e dignità. E non sono mancati motti cari agli antagonisti, come il sempreverde via via la Polizia. Fino a giungere al Policlinico Umberto I. Dove i manifestanti hanno voluto rendere omaggio a medici e infermieri impegnati a combattere in prima linea contro il virus.
Dai tassisti ai commercianti, per finire con lo spettacolo. Tanti i lavoratori che non ce la fanno più e che scendono in piazza
La manifestazione di ieri a Porta Pia promossa da rappresentanze del mondo dello spettacolo, dai movimenti e da alcune sigle studentesche sembra davvero essere solamente la punta di un iceberg. Perché sono tante le categorie che dall’esplosione del covid si sentono abbandonate. E le famiglie che sono praticamente alla fame. Con sussidi modesti che spesso arrivano con grande ritardo. E la cassa integrazione in alcuni casi ferma da mesi. Così venerdì erano scesi in piazza i tassisti. Con sigle e sindacati che si sono dati appuntamento sotto al Ministero delle Finanze giungendo da tutta Italia. Per chiedere aiuti, dignità e lavoro. Ma nei gironi precedenti, è stato tutto un fiorire di iniziative di popolo. Spesso veramente spontanee, con sigle nate tra i commercianti e i lavoratori esasperati. E portate in piazza per urlare la propria rabbia e indignazione. Pensiamo ai gestori dei bar e ristoranti di Ponte Milvio, e ai colleghi di Trastevere e del Rione Monti. Che insieme al Movimento Mio e alla battagliera Roberta Pepi hanno gettato nei tombini ettolitri di birra. Tanto non la vendiamo, il significato della protesta. Ed i nostri soldi finiscono nelle fogne. Ma anche a Centocelle è nata una nuova sigla, quella dei Muli. Movimento unitario dei lavoratori italiani. Anche questo guidato da un commerciante. Che gestisce alcuni centri sportivi e palestre. E che ha portato alcune centinaia di persone a manifestare fin sotto Piazza Montecitorio.
Commercianti esasperati a Roma. Flash mob da S. Silvestro a Montecitorio
Fratelli d’Italia scende in piazza
Insieme ai movimenti e alle sigle promosse dalla cittadinanza, anche i partiti delle opposizioni scendono in piazza. Per reclamare contro le scelte del governo. E chiedere maggiore trasparenza nelle decisioni. Così l’altra sera è toccato a Fratelli d’Italia, a Piazza Montecitorio. Proprio accanto alla tenda fissa montata per chiedere la immediata liberazione dei nostri pescatori detenuti in Libia. Una maratona oratoria in questo caso organizzata per difendere commercianti, popolo delle partite IVA e mondo dello sport. Alla quale tra gli altri hanno partecipato il deputato e coordinatore regionale di FDI Paolo Trancassini, la senatrice Isabella Rauti, il coordinatore della provincia di Roma Marco Silvestroni e il presidente dell’ Asi e senatore Claudio Barbaro.