Dramma a Roma nord. Anziano uccide la moglie disabile e si toglie la vita

Dramma nella giornata di ieri a Roma nord. Dove un anziano di 83 anni ha accoltellato dentro casa la moglie disabile di 82, uccidendola. E poi a sua volta si è tolto la vita. Una vicenda tristissima, probabilmente legata alla solitudine e alla disperazione. Di due persone sole, in età avanzata e in un cattivo stato di salute. E che suona da monito per tutti. Per le tante storie di abbandono, che alle volte oltre ad essere fisico è anche morale. Quando ad agosto la città si svuota, e chi è solo e fragile può non trovare la forza per andare avanti. O addirittura compiere una follia. Come nel caso dell’anziano signore che ieri ha deciso per se stesso. Ma anche per la vita di sua moglie.

Il dramma del 16 agosto

“Scusate, non ce la faccio più“, questo il messaggio con il quale Mario P., ha spiegato le ragioni che lo hanno portato prima ad uccidere l’anziana moglie, Pierina G. costretta sulla sedie a rotelle e poi a togliersi la vita impiccandosi in una struttura fuori al giardino. Un dramma della disperazione consumatosi in una villetta di Roma Nord.

L’omicidio-suicidio, come accertato dagli investigatori di polizia, si è consumato nella mattinata di lunedì 16 agosto in un’abitazione di via della Giustiniana. A chiamare i soccorritori i vicini, dopo essersi affacciati ad un balcone ed aver visto il corpo dell’83enne in pensione, già privo di vita, impiccato con una corda ad una struttura in ferro usata come ricovero per gli attrezzi agricoli.

Inutili i tentativi da parte dei soccorritori, per Mario P., storico edicolante della via Cassia, era oramai troppo tardi. A ricostruire l’accaduto sono poi stati gli investigatori dei commissariati Ponte Milvio e Flaminio, intervenuti in via della Giustiniana assieme agli uomini della scientifica. Aperta l’abitazione gli investigatori hanno infatti trovato il corpo privo di vita di Pierina G., 83 anni, ancora sulla sedia a rotella con una ferita al petto infertagli con un grosso coltello da cucina, trovato poco distante dal corpo della donna malata di Alzheimer.

Ad avvalorare l’ipotesi dell’omicidio-suicidio un ultimo biglietto, scritto dall’uomo: “Scusate non ce la faccio più”.

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