Drammatico dossier della Caritas: la metà dei poveri alle nostre mense sono romani
L’effetto Covid ha creato una voragine senza precedenti. Sempre più romani sono poveri. A livello di indigenza assoluta. Nei centri di ascolto della Caritas arrivano sempre più nuovi poveri, quasi la metà italiani. In alcuni casi i numeri sono letteralmente esploso. Nei primi nove mesi del 2020 sono state accolte 21.160 persone nei centri d’ascolto parrocchiali, il 35,3% per la prima volta (7.476 persone). Nel 48,7% dei casi le nuove persone (7.476) che si sono rivolte ai centri parrocchiali sono italiani, seguiti dai filippini (16,3%) soprattutto badanti che vivevano nelle case degli assistiti e si sono trovati senza reddito né abitazione. E quanto denuncia il Rapporto 2020 sulle povertà presentato oggi da Caritas Roma. Nel 64,4% dei casi erano donne. Il 54% dei nuovi iscritti sono al di sotto dei 45 anni, mentre gli over 65 il 14,7%. 4.621 nuovi iscritti hanno chiesto aiuti alimentari attraverso pacchi e buoni spesa (62%), nel 30% dei casi con l’accesso agli Empori della solidarietà e nell’8% dei casi attraverso l’attivazione del Fondo anticrisi, con l’elargizione di un massimo di 500 euro per spese improcrastinabili come bollette, rate di condominio, spese mediche, riparazioni.
Parocchie sotto pressione
Il numero delle poveri romani che si presentano nelle parrocchie è esploso. L’85,9% dei Cda presenti nelle parrocchie romane ha registrato un’impennata del numero delle persone assistite (che in alcuni casi è arrivato a decuplicare). La maggior parte delle parrocchie ha registrato un aumento fino a 50 persone. In 6 casi l’aumento delle persone assistite è stato addirittura di oltre 500. Durante il lockdown si sono rivolti alle parrocchie soprattutto persone con un impiego irregolare fermo, disoccupati di lunga data, lavoratori precari, lavoratori dipendenti in cassa integrazione, infine gli intermittenti e stagionali in attesa di bonus. Da notare anche una alta percentuale di pensionati, pari al 51,5%. Tra le richieste principali: il cibo (84,3%), la mancanza di lavoro/reddito (79,1%) e la mancanza di denaro per pagare l’affitto o il mutuo (71,5%). Un altro fenomeno da segnalare sono il 5,7% di episodi di violenze domestiche riferiti dalle parrocchie.
Poveri romani, l’accusa di monsignor Palmieri
A Roma ci sono “troppi poveri e meno servizi. Serve un vero progetto. L’emergenza Covid ha fatto passare in secondo piano quei problemi strutturali della città che generano le povertà più estreme”. Lo ha denunciato monsignor Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma, intervenendo alla presentazione on line del Rapporto 2020 sulla povertà curato da Caritas Roma.
Palmieri ha evidenziato l’acuirsi del “dramma dei senza dimora, con meno posti letto nei ricoveri, impossibilità di fare accoglienze in sicurezza, chiusura e ridimensionamento dei servizi sociali, meno spazi informali dove trascorrere la notte in sicurezza”.
“Purtroppo – ha osservato -, nel pieno dell’inverno, la città ancora non si è attrezzata a soccorrere coloro che passeranno in strada questi mesi. E se le misure governative come il blocco degli sfratti e la proroga del pagamento degli affitti hanno evitato un’ondata di famiglie che potrebbero perdere la casa, si rischia però di vedere gli effetti più nefasti nel corso del 2021, in una città dove sono 14mila i nuclei familiari in graduatoria per un alloggio di edilizia pubblica e dove è completamente assente un piano per l’abitare”.