Fanno già ridere i duri e costruttivi contro Francesco Rocca

Duri costruttivi

Duri e costruttivi si definiscono già gli sconfitti. Francesco Rocca li ha polverizzati e già straparlano di un modo di fare opposizione che non si rende conto della tsunami che ha travolto la sinistra nel Lazio.

Il grande perdente, Alessio D’Amato, minaccia sfracelli se non si fa come dice lui, in pratica. Qualcuno gli spieghi che avrebbe dovuto vincere le elezioni e non soccombere sotto una mazzata di venti punti percentuali.

Fanno pena i duri e costruttivi della sinistra travolta da Rocca

Ma che cosa dovrebbero fare i cosiddetti duri e costruttivi? Vogliono opporsi al popolo che ha votato e scelto liberamente la nuova maggioranza con il suo presidente? Temono che si scoprano altarini inconfessabili? Hanno bisogno di far vedere quanto sono bravi a Repubblica?

(A proposito di Repubblica, chissà se la smetteranno di tirarmi in ballo. Anche ieri i suoi giornalisti mi hanno perseguitato al telefono per consigli da dare a Rocca, fingevano. No, nessuna intervista, perché il neogovernatore non ha bisogno di suggerimenti, ha una vasta esperienza, gambe e braccia – oltre che testa – per governare con le sue idee).

Il senso umanitario del neopresidente

Intanto, anche se i duri e costruttivi che dovranno fare la minoranza non lo capiscono, c’è da lavorare su una sanità disastrata, come ha detto subito Rocca. Quel suo pensiero ai pronto soccorso lascia capire che cosa voglia dire governare un settore delicato con profondo senso umanitario.

Poi tutto il resto. Mi hanno colpito le prime dichiarazioni su mobilità e rifiuti. Le idee del nuovo presidente del Lazio appaiono già molto chiare e condivisibili. Vedremo i risultati non appena le metterà in pratica.

Per parte nostra ci limitiamo ad un enorme in bocca al lupo a quel giovane manager che mandai a guidare l’ospedale Sant’Andrea, che aprii dopo quaranta anni di buio. Se lavorerà con la stessa passione di allora, davvero Rocca passerà alla storia della regione come il miglior presidente del Lazio. Già ha superato il record della percentuale elettorale più alta della nostra storia (che era mio) ora toccherà alle sue performance.