È morto Angelo Guglielmi: fu lo storico direttore che segnò la svolta di Raitre

Angelo Guglielmi

E’ morto nella notte a Roma Angelo Guglielmi, storico direttore di Rai3. Nato ad Arona il 2 aprile del 1929, dopo aver ottenuto nel 1951 la laurea in lettere all’Università di Bologna insegna per qualche anno nelle scuole medie di Cento e Ferrara, nel 1954 supera il concorso per entrare alla Rai, dal 1976 al 1987 fu capostruttura di Rai1. Tra i programmi da lui ideati si ricorda Bontà loro, storica trasmissione condotta da Maurizio Costanzo. Prima di divenire direttore di Rai3, è stato a capo del Centro di produzione Rai di via Teulada in Roma.
Scrive per Paese Sera e per il Corriere della Sera, nonché su numerose riviste e fonda il collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63 con Umberto Eco ed Edoardo Sanguineti.
Numerose le pubblicazioni, alcune delle quali scritte a quattro mani con Stefano Balassone, suo vice alla guida di Rai3.
Dal 1987 al 1994 ricopre la carica di secondo direttore di Rai3: rilevata da Giuseppe Rossini, la trasforma in un canale dinamico e innovativo, introducendo per primo in Italia il concetto di Tv verità.

La firma di Angelo Guglielmi su molti programmi cult

Sotto la sua direzione nascono programmi cult come Telefono giallo, Samarcanda, Linea rovente, Un giorno in pretura, La Tv delle ragazze, Blob, Chi l’ha visto?, Mi manda Lubrano (poi divenuto Mi manda Raitre), Io confesso, Magazine 3, Avanzi, Ultimo minuto, Quelli che il calcio (passato nel 1998 su Rai2), Da Storia Nasce Storia, Tunnel e Storie maledette, e vengono lanciati personaggi come Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Roberta Petrelluzzi, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Daniele Luttazzi e Franca Leosini; lo share medio della rete passa in pochi anni da meno dell’1% ad oltre il 10%. Di Guglielmi fu l’idea di mettere in bianco e nero e fra virgolette rosse le annunciatrici dei programmi. Svolge in tutti questi anni l’attività di critico letterario (soprattutto su l’Espresso) e diventa uno dei più temuti critici della nuova narrativa italiana. Dal 1995 al 2001 è presidente e amministratore delegato dell’Istituto Luce. Dal 2004 al 2009 venne chiamato da Sergio Cofferati nella giunta comunale di Bologna in qualità di assessore alla cultura.

“Angelo Guglielmi ha cambiato la Tv rendendola contemporanea e imponendo una rigorosa linea narrativa alle cose che faceva: la Tv come racconto della realtà. Gli devo moltissimo.’La cultura non è una cosa ma un modo di fare le cose’. Questa la sua lezione più importante”. Così, su Twitter Fabio Fazio.

“Rai Tre: ancora trovavi persino nei corridoio l’aria delle idee, l’entusiasmo, l’intelligenza, la rivoluzione di Angelo Guglielmi. Un intellettuale che capì che la tv doveva essere alta e bassa, raccontare la realtà, vivere la contemporaneità. L’esempio inimitabile per tutti noi”. Così, su Twitter, il direttore di Radio1Rai e dei giornali Radio Rai, Andrea Vianello.