È morto Angiolo Bandinelli: è stato uno dei fondatori del Partito Radicale

È morto Angiolo Bandinelli, figura storica del Partito Radicale, di cui è stato uno dei fondatori con Marco Pannella e per il quale ha poi svolto le funzioni di segretario, oltre a essere stato per una breve stagione deputato.
Angiolo Bandinelli aveva 94 anni e amava definirsi un “radicale impunito”, come recita il titolo della raccolta dei suoi “saggi di politica militante” pubblicata da Stampa alternativa nel 1990.

Nato a Chianciano Terme (Siena) il 21 marzo 1927, poco più che ragazzino Bandinelli fece parte della Resistenza e si iscrisse giovanissimo al Partito d’Azione e, pochi anni dopo, al Partito Radicale, di cui è stato uno dei primissimi aderenti nel 1955 e per il quale ha poi svolto le funzioni di segretario, fra il 1969 ed il 1972; ha anche ricoperto l’incarico di tesoriere per un quinquennio.
I funerali si svolgeranno domani, martedì 8 febbraio, alle ore 12 al Tempietto Egizio del cimitero romano del Verano.
Angiolo Bandinelli: il radicale impunito
Allievo di Pantaleo Carabellese, dopo la laurea in lettere e filosofia, Bandinelli ha collaborato con Mario Pannunzio nella redazione de “Il Mondo”, periodico su cui ha pubblicato numerosi articoli, e “Nord e Sud” di Francesco Compagna. Dall’inizio degli anni ’60 in poi ha promosso, animato e diretto molte pubblicazioni dei Radicali (“Agenzia Radicale”, “La Prova Radicale” e “Notizie Radicali”). Nel 1979 venne eletto consigliere comunale a Roma, facendo scalpore per una disobbedienza civile, durante la quale si è spinto fino ad offrire una sigaretta di marijuana all’allora sindaco della città capitolina, il comunista Luigi Petroselli. Nel 1989 fu proclamato deputato, durante la IX Legislatura, in sostituzione del dimissionario Gianfranco Spadaccia.
Scrittore, giornalista, poeta: una vita da irregolare
Angiolo Bandinelli è autore di prose e racconti, plaquettes di versi ed ha svolto un’intensa attività di traduttore da Eliot (“The Waste Land”, integrale), Hugo, Lowell, Mallarmé, Rossetti, Stevenson, Coleridge, su riviste o in volume.
Tra i suoi libri figurano “L’immaginazione preclusa” (1982), “Figure” (1987), “Picco del Circeo” (1992), “Sermones ‘63” (1993), “L’infingardo” (1998), “M.O.” (1999), “Fine de Roma” (2000), “La Grande Carpa Blu” (2001), “De notte Roma” (2005), “Giardini crudeli” (2014), “Sette Donne (2015),
Negli ultimi vent’anni è stato ospitato spesso come editorialista ed opinionista su numerosi quotidiani e periodici, fra cui “Il Foglio”, “L’Avanti”, “L’Opinione” ed “Il Riformista”.