È un giornalista del Tg3 l’uomo Rai positivo al virus

Tg3

È un giornalista del Tg3 il dipendente della Rai risultato positivo al test del Covid 19 e ricoverato allo Spallanzani.

A quanto risulta a 7colli si tratta di un giovane giornalista, nativo del nord, che ha effettuato diversi servizi giornalistici nelle zone più colpite da coronavirus, Veneto e non solo. Ovviamente il nome resta riservato per elementari ragioni di privacy. Comunque bisogna aggiungere che il giornalista risulta in discrete condizioni cliniche ed è appunto risultato positivo al test.

In trasferta al nord

E’ stata la Rai a dare stamane la notizia del ricovero di un proprio “dipendente”, senza altri riferimenti. Solo il particolare che era stato in trasferta “in zona gialla” e non aveva avuto accesso in azienda negli ultimi dieci giorni. Le nostre verifiche ci hanno consentito di indovinarlo come appartenente al Tg3.

È evidente che occorrerà ora risalire nel tempo alle persone contattate dal cronista. Ci sono state anche illustri personalità del mondo scientifico intervistate per conto della sua testata dal giornalista ora ricoverato proprio sul coronavirus. Sarà necessaria anche una valutazione sui servizi prodotti da lui per invitare le persone contattate a sottoporsi ai controlli previsti per il morbo che sta inquietando tutta Italia.

Le interviste fatte per il Tg3

In questo caso rischiano di essere davvero molti i contatti avuti da un giornalista che sa fare il proprio mestiere e certo non immaginava di poter essere contagiato. La domanda che segue è d’obbligo: quanti altri cronisti in quelle zone stanno rischiando l’infezione da coronavirus?

Lo stesso dubbio è venuto al deputato Anzaldi di Italia Viva che ha chiesto conto alla Rai di che cosa può essere accaduto. Ad esempio se “giornalisti e operatori rientrati dalle zone rosse o gialle d’Italia e da altre aree del mondo dichiarate ‘pericolose’ dall’Oms, come Iran e Corea del Sud, si siano auto-sottoposti alla quarantena e l’azienda abbia comunicato i loro nominativi all’autorità sanitaria per scegliere i migliori piani precauzionali”.

Ora si attende si conoscere che cosa risponderà l’azienda del servizio pubblico.