Elisa muore a 25 anni, la famiglia dona gli organi: ‘Il suo cuore ha salvato un bambino’
Non può più chiamare, far sentire la sua voce. E non può più gironzolare per casa o sul posto di lavoro, che tanto amava e che insieme ai suoi fratelli aveva messo in piedi partendo da zero. Elisa, 25 anni, è morta improvvisamente a settembre del 2022, quando un terribile male l’ha colpita, senza lasciarle scampo. Quel destino tragico e beffardo, quella corsa in ospedale e quelle speranze appese al filo, che poi si è spezzato in due quando i medici hanno dovuto dichiarare la sua morte.
Da Formia a Latina, i dottori hanno cercato in tutti i modi di salvarla. Prima quel cavernoma nella zona ventricolare, che ha provocato idrocefalo, poi l’emorragia cerebrale. E’ così che il cuore di Elisa, una giovane ragazza, ha smesso di battere. O almeno, ha smesso nel suo corpo. Sì, perché la sua famiglia ha deciso di donare gli organi e ora il cuore della 25enne batte ancora, è vivo, pulsa e ha salvato la vita di un bambino, che all’epoca dei fatti aveva appena 8 anni.
Gli organi di Elisa hanno salvato più vite
Elisa era stata elitrasportata d’urgenza all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Qui era stato fatto il possibile, purtroppo invano. Otto lunghi giorni di agonia. Poi quelle speranze così flebili erano cadute nel vuoto. E ora, a distanza di tempo, si torna a parlare di lei e del suo ultimo, immenso, gesto d’amore. La famiglia, infatti, ha deciso di donare gli organi: tessuti ossei, reni, pancreas, fegato, polmoni, cornee. E cuore, che ha salvato la vita di un bimbo ricoverato all’ospedale Bambino Gesù di Roma. Un atto di grande solidarietà, di estrema generosità, grazie al quale molte persone ora stanno continuando a vivere. E lo stanno facendo anche per Elisa. “Lei era una forza della natura, era la mia fotocopia sotto tutti gli aspetti, caratteriali, lavorativi, avevamo gli stessi interessi” – dice il fratello Giampaolo. Che a distanza di più di un anno è riuscito a ritornare a Latina, in quell’ospedale, per ritirare la cartella clinica.
“Insieme a lei è volata una parte di me che non tornerà più. Fisicamente no, ma so che lei è qui con noi” – spiega. E non sbaglia. Elisa vive negli organi che ha donato, vive in quelle persone che continuano a sorridere, a vedere il mondo, a conoscere grazie a lei. E vive in quel bambino, che ha il suo cuore. Un cuore immenso, che purtroppo ha dovuto fare i conti con il destino beffardo, quello che non guarda in faccia, che ti stravolge i piani. Così, senza avvisare.
Perché è vero, a Elisa è stata tolta la vita. Ma è altrettanto vero che lei quella vita l’ha donata, senza saperlo. E forse quell’immenso dolore della famiglia riuscirà così, per quanto possibile, a trovare un senso.