Emergenza cinghiali, scatta la mobilitazione di Coldiretti: ecco il piano
Solo nel Lazio sono oltre 10 milioni di euro i danni causati dai cinghiali, che hanno ormai superato le 250 mila presenze, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini, con aggressioni e incidenti stradali, alcuni anche mortali, ma a rischio sono anche le produzioni agricole, che hanno raggiunto cali fino all’80 per cento dei raccolti con punte che raggiungono il 100 per cento e fatturato zero, l’intero settore suinicolo con la peste suina africana.
Il confronto
Sono alcuni dei dati emersi dal confronto “Cinghiali: vera calamità naturale” organizzato da Coldiretti Lazio all’Auditorium Parco della Musica a Roma alla presenza, tra gli altri, oltre del presidente della federazione regionale di Coldiretti, David Granieri e al presidente nazionale, Ettore Prandini, del prefetto di Roma, Lamberto Giannini e del Commissario straordinario alla Peste Suina, Vincenzo Caputo, del Commissario straordinario del parco di Veio, Giorgio Polesi, all’assessore all’Agricoltura e Bilancio della Regione Lazio, Giancarlo Righini e al Segretario Generale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, che ha aperto i lavori.
Il presidente Granieri
“La nostra mobilitazione è volta a ripristinare la libertà di fare impresa per i nostri agricoltori – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -. I cinghiali sono un tema centrale nella vita delle nostre aziende. Oggi iniziamo con una attività mobilitativa che punta soprattutto ad ottenere il Piano straordinario di contenimento. Un piano previsto dalla legge 157 all’articolo 19 ter, che determinerà un effettivo contenimento delle masse ormai incontrollate. Dentro il Piano crediamo sia utile da un lato mettere degli obiettivi ambiziosi anche nelle aree parco e dall’altro la formazione per gli agricoltori che devono poter collaborare per difendere le proprie imprese e la sicurezza dei cittadini. Non è possibile nel 2024 morire in moto a causa di un cinghiale che ti attraversa la strada“, conclude Granieri.
I progetti
Tra gli obiettivi – spiega Coldiretti – figurano come priorità un Piano dettagliato ed efficace di abbattimento dei cinghiali, ma anche un coinvolgimento attivo al Piano da parte dei proprietari e affittuari dei fondi o da persone da loro delegate, naturalmente a seguito di una adeguata formazione e in possesso di licenza per l’esercizio venatorio. A tal proposito Coldiretti Lazio propone l’istituzione dei corsi previsti dalla normativa vigente e la costituzione di un corpo di Guardie venatorie a livello provinciale, che abbia la qualifica di guardia giurata per colmare il deficit di organico della polizia provinciale.
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Piano di contenimento
Fondamentale, inoltre, l’attuazione delle attività di contenimento del Piano straordinario anche nelle aree protette e qualora l’ente gestore di queste aree non dovesse adeguarsi, la Regione provvederà al suo commissariamento, affidando le azioni di coordinamento operativo al dirigente della struttura regionale che si occupa della gestione faunistico-venatoria. Sul tema della percezione della sicurezza da parte dei cittadini è intervenuto Roberto Weber, presidente dell’Istituto di Sondaggi Ixè. Cittadini che devono fare i conti con un numero considerevole di aggressioni, soprattutto a Roma e provincia e di incidenti stradali, purtroppo anche mortali, come quello che si è verificato sulla Cassia tre giorni fa, di cui è rimasto vittima un imprenditore di 58 anni mentre era in sella al suo scooter e prima di lui, nel 2017 sempre in zona Cassia un altro centauro di 47 anni. Oltre alle frequenti aggressioni registrate ai danni di cittadini e spesso anche dei loro cani.