Emmanuele Tardino: In “Maria Corleone 2” sarò ancora più cattivo
Emmanuele Tardino, dagli esordi in TV nella serie “L’allieva” al grande schermo internazionale nel ruolo di Mino Raiola nel film “Zlatan”, passando per progetti di successo quale, tra i tanti altri, “Suburra – La serie”. A breve, di nuovo sul piccolo schermo con la seconda stagione della fiction targata Canale 5, “Maria Corleone”, Emmanuele Tardino si è concesso una pausa dagli impegni sul set in occasione della Festa del Cinema di Roma. «Presenziare a questi Festival è un’enorme fonte di carica e ispirazione; si percepisce in modo particolarmente forte la magia dell’arte cinematografica, in ogni sua forma», spiega l’attore siciliano. E precisa: «Inoltre, trovo molto bello e ricreativo condividere dei giorni con colleghi che nutrono la mia stessa passione per il cinema».
Sei stato alla première di “Hey Joe”. Che cosa hai apprezzato in particolare di questo film?
In realtà, mi ha colpito a 360 gradi. La trama è ricca di significato, regia e sceneggiatura sono ottime. Per non parlare dell’interpretazione superlativa di ogni componente attoriale e, in particolare, quella del protagonista James Franco, ruolo in cui mi sono rispecchiato di più. Mi ha colpito il contrasto tra l’espressione linguistica americana e la più tipica e tradizionale dialettica partenopea. A rendere il tutto ancora più suggestivo, è stato il fatto di poter guardare la pellicola con l’intero cast praticamente alle mie spalle, a un metro da me (sorride, ndr).
Hai avuto modo di conoscere un’icona come James Franco. Che cosa hai provato?
Mi ha trasmesso delle vibrazioni incredibili. Oltre all’innegabile talento artistico, ho percepito in lui un animo molto sensibile, gentile e disponibile. Mi è piaciuto veramente tanto. E non capita spesso.
Sappiamo che sei stato sul set della serie “Maria Corleone 2”. Quali differenze hai riscontrato rispetto alla tua prima esperienza nel film “Mascarìa”?
Parliamo di due lavori completamente diversi tra loro, sia strutturalmente parlando sia in termini di obiettivi. “Mascarìa” racconta una storia vera, al fine di sensibilizzare gli utenti su tematiche tanto importanti quanto attuali, come la mafia. “Maria Corleone 2”, invece, tratta lo stesso argomento, ma in maniera più romanzata. Mantenendo, in ogni caso, un grande spessore a livello narrativo che si collega fortemente alla realtà odierna. Ciò che accomuna i due set, però, è la sensazione che ho provato: quella di sentirmi a casa.
Interpretare il ruolo del cattivo è particolarmente difficile. Che cosa ci metti di Emmanuele, in questi casi?
Penso che ognuno di noi abbia un lato buono e uno cattivo, sta a noi decidere quale far prevalere. Ecco, io sento in me questa netta separazione e, solitamente, nella vita di tutti i giorni, preferisco far prevalere la parte buona. Sul set, invece, do libero sfogo al mio demone, alla parte più remota che soggiace nella quotidianità.
Nella vita di tutti i giorni, tra l’altro, non bevi alcolici, ti piace giocare alla PlayStation e preferisci trascorrere una serata al bar con gli amici piuttosto che fare le ore piccole in un locale. In pratica, sei un bravo ragazzo…
Credo ci sia un tempo per ogni cosa. Diciamo che di quei momenti di “vida loca” ne ho avuti in generosa misura. Per carità, continuano a piacermi le feste, così come fare tardi in discoteca, ma da qualche anno mi sto focalizzando sulla mia crescita personale e artistica. Spesso questo non mi permette di avere il tempo per quegli svaghi. Insomma, mi faccio bastare la PlayStation (ride, ndr).
Guardandoti indietro, in merito al percorso compiuto finora, che cosa provi?
Tanta soddisfazione e orgoglio. Sono partito da zero, affrontando problemi e situazioni tanto difficili quanto, per me, inimmaginabili. Giorno dopo giorno, continuo a lottare per dare vita a un sogno destinato a diventare un “impero”. Il mio impero.