Equinozio di primavera: perché arriva in anticipo e proprio nella Giornata Internazionale della Felicità

L’inverno è ormai alle spalle: benvenuta primavera! Oggi, 20 marzo, cade infatti l’equinozio di primavera. Se nei nostri ricordi 21 marzo è sempre stato il simbolo dell’arrivo della bella stagione, in realtà – già dal 2008, l’equinozio di primavera cade il 20 marzo e continuerà a farlo fino al 2102. E oggi è anche la Giornata Internazionale della Felicità.
Equinozio di primavera: perché oggi e non il 21 marzo?
È tutta una questione di astronomia e movimenti planetari. La spiegazione sta nel moto terrestre: la Terra non ruota in modo perfettamente regolare. Il suo asse è inclinato e segue un movimento chiamato precessione degli equinozi, che, combinato con il calendario gregoriano, fa slittare nel tempo le date di equinozi e solstizi. La data dell’equinozio è stata cambiata nel 2008 e resterà così fino al 2102.

Cosa significa equinozio?
L’equinozio segna il momento in cui giorno e notte hanno la stessa durata: 12 ore di luce e 12 di buio. Questo succede perché il Sole si trova esattamente sopra l’equatore terrestre, illuminando in modo bilanciato entrambi gli emisferi.
Da questo punto in poi, nell’emisfero boreale (dove si trova l’Europa), le giornate si allungano: il Sole sorge prima e tramonta più tardi, portando sempre più luce. Nell’emisfero australe, invece, accade il contrario: inizia l’autunno.
Da dove deriva la parola equinozio
Il termine “equinozio” deriva dal latino aequus (uguale) e nox (notte), proprio a indicare il perfetto equilibrio tra ore di luce e buio. Ma attenzione: non si tratta di un fenomeno che dura tutto il giorno, bensì di un preciso istante astronomico. Quest’anno, ad esempio, alle ore 10:01, il Sole nel suo moto apparente tra le stelle lungo l’eclittica (ovvero la proiezione in cielo dell’orbita della Terra), incrocia da Sud verso Nord l’equatore celeste (ossia la proiezione in cielo dell’equatore della Terra).
L’equinozio di primavera non è solo un fenomeno astronomico, ma ha sempre avuto un forte valore simbolico e culturale. Fin dall’antichità, civiltà come gli Egizi, i Maya e i Celti lo celebravano come il ritorno della vita e della fertilità dopo il freddo inverno.
Ci sono degli esempi straordinari, che sono arrivati fino ai giorni nostri, come le piramidi di Chichén Itzà, in Messico. Durante l’equinozio, il Sole proietta un’ombra sulla scalinata del tempio di Kukulkan, creando l’illusione di un serpente di luce che striscia lungo la piramide.
La Giornata internazionale della felicità
E proprio oggi, in concomitanza con l’equinozio che porta verso la bella stagione, almeno per chi vive nell’emisfero boreale, si celebra la Giornata internazionale della felicità. Una “festa”, istituita dall’ONU nel 2012, che ci ricorda quanto sia importante il benessere emotivo e psicologico.
L’ONU considera infatti la felicità un diritto universale, fondamentale per la qualità della vita e lo sviluppo sostenibile. Secondo gli esperti, la felicità non è solo un’emozione passeggera, ma un mix tra momenti di gioia immediata e una sensazione più profonda di soddisfazione personale.
E sebbene alcuni Paesi siano più “felici” di altri – la Finlandia, ad esempio, guida da anni la classifica della felicità mondiale, mentre l’Italia è solo al 41° posto – il segreto sta nel concentrarsi su ciò che ci fa stare bene e vivere con consapevolezza.