Finalmente! Non è reato commemorare Ettore Muti
Chissà se ora la smetteranno di andare a caccia di reati anche ai funerali o alle commemorazioni di defunti, come accaduto addirittura per Ettore Muti. Ogni volta il vecchio tic antifascista invoca l’allarme su adunate inesistenti con la speranza di far sbattere in cella reprobi nostalgici.
Ma anche a Ravenna la giustizia ha detto basta, come in tanti altri tribunali. E questa volta proprio per un celebre Caduto come Ettore Muti.
Ettore Muti, una leggenda
Il 23 agosto del 2020 una trentina di persone chiamarono il Presente! per quella figura leggendaria. Era stato per un anno segretario del Pnf, fu aviatore. E alla caduta del fascismo fu ammazzato a Fregene dopo essere stato convinto seguace del movimento di Mussolini.
Ma si può ricordarne la morte, ha detto il tribunale di Ravenna, archiviando le accuse contro 29 militanti “nostalgici” provenienti da Emilia-Romagna e Marche finiti denunciati per la cerimonia di commemorazione del gerarca fascista. Avevano portato la mano sul cuore gridando Presente!. Chissà che atto grave…
Quella pattuglia finita sotto accusa declamò persino il Padre Nostro, la preghiera dell’Ardito e ascoltò la lettura della biografia e delle gesta di Muti. Nessun reato, sentenzia la magistratura.
La decisione del giudice
La stessa Procura di Ravenna (pm Daniele Barberini), aveva chiesto l’archiviazione delle accuse. Il gip Andrea Galanti si è espresso lunedì pomeriggio nell’udienza di opposizione all’archiviazione.
Del collegio di difesa faceva parte l’avvocato Minutillo che ha ben spiegato l’accaduto: “Il giudice ha riconosciuto che il ‘Presente’ con la mano sul cuore, in una riunione pubblica autorizzata, ha una valenza commemorativa e non è stato messa a repentaglio la tenuta degli ordini costituzionali. Con la chiara e netta pronuncia del GIP di Ravenna giunge finalmente la incontrovertibile attestazione giudiziaria della legittimità del diritto di pregare per l’anima della Medaglia d’oro Ettore Muti e di farlo rispondendo Presente. Il mio augurio è che la pronuncia riconcili e rassereni oltre che la vita anche civile di Ravenna anche la Consulta Antifascista: la pietà per un defunto non può e non deve essere motivo né di divisione né di preoccupazione”.