Euro 2024, vergogna Italia: Figc da rifondare, da Gravina a Spalletti tutti a casa
L’Italia torna a casa da Euro 2024 e lo fa nel modo peggiore. Senza manco lottare contro una avversaria la cui tradizione calcistica sino a un paio di decenni addietro prendevamo in giro perché famosa solo per le banche e la cioccolata. Poche idee ma ben confuse.
Dalla Corea alla Svizzera, le figuracce dell’Italia
La sconfitta con i vicini d’oltralpe è una delle partite più brutte giocate nella storia dalla nostra Nazionale. Un tempo si parlava della “Corea” per citare una sconfitta umiliante. Il 19 luglio del 1966 una squadra di campioni come Albertosi, Rivera, Facchetti e Mazzola uscì dal mondiale inglese ad opera di Pak Do It, un dentista coreano. Da oggi ricorderemo anche la Svizzera che è stata in grado di umiliarci nella rassegna continentale.
Euro 2024 mai iniziato per gli azzurri
Una sconfitta, quella di ieri, per 2-0 ad Euro 2024 che non lascia alcun alibi. Una squadra senza cuore ne anima che in 90′ non ha saputo proporre ne gioco ne essere mai pericolosa. Donnarumma migliore in campo (e unico che si salva nel baratro totale di Euro 2024) la dice tutta sull’andamento della gara. L’unico tiro degno di nota degli Azzurri è in realtà una deviazione della difesa svizzera che finisce sul palo. Di questa gara ci resteranno solo le migliaia di facce deluse dei tifosi italiani che gremivano lo stadio di Berlino dove nel 2006 alzavamo la Coppa del Mondo e insegnavamo la famosa “garra” a tutti.
Euro 2024: era tutto chiaro sin dall’inizio
Sin dall’inizio di Euro 2024 avevamo capito che aria tirava. Nel girone eliminatorio per superare l’Albania (66ª del ranking mondiale e peggiore europea) nella prima gara abbiamo dovuto rimontare un match dove gli avversari ci avevano messo in grossa difficoltà. Poi la sfida con la Spagna dove siamo stati “presi a pallate” per 90′ per arrivare alla sfida con la Croazia. Anche in quella occasione siamo stati umiliati da Modric & co ma il goal del pareggio a 7″ dal termine di Zaccagni ci aveva illuso e sopratutto mandato agli ottavi. Il resto è storia, una storia che non sarà facile dimenticare.
Euro 2024, Spalletti: “E solo colpa mia ma vado avanti”
Nel post gara Spalletti, che vede sempre delle gare diverse da tutti noi (vedi Albania e Croazia), ha dichiarato. ” E’ solo colpa mia ma vado avanti”. Poi come sempre ha fatto ha cercato giustificazioni su giustificazioni quasi a voler minimizzare i suoi errori. Il grande Julio Velasco, oggi nuovamente Ct della nazionale femminile di pallavolo che ha appena vinto la Volley Nation League tra il silenzio generale, è famoso per una sua frase: “Chi vince festeggia, chi perde spiega”.
Spalletti, scudetto con il Napoli a parte (e anche qui aprirei un vaso di pandora), in Italia da quando allena spiega più di quanto abbia festeggiato. Per referenze chiedere al “pupone” Francesco Totti.
In primis mi verrebbe da chiedermi ma di chi può essere colpa? Chi ha scelto questi giocatori? Chi li ha allenati? Chi non è stato in grado di creare un gruppo degno di tal nome? Poi come sempre nell’italica mentalità quando ci si attacca alla poltrona scollarsi diventa quasi impossibile. Come sempre è solo questione di soldi e in un modo o nell’altro prima o poi il contratto sarà sciolto con una lauta buona uscita per l’ex Ct. Anche la scelta di convocare Fagioli dopo quanto ha combinato la dice tutta sullo stato di confusione totale del sistema calcio.
Il livello tecnico del calcio italiano
Il livello tecnico del calcio nostrano sta scivolando sempre più verso il basso perché nei ruoli determinanti abbiamo permesso l’ingresso di troppi stranieri. Quante volte abbiamo letto formazioni delle big italiane senza un solo giocatore made in Italy? Abbiamo tirato a campare di rendita ancora per qualche anno dopo i mondiali del 2006 per poi arrivare a quello che abbiamo oggi. Mancano i campioni, i talenti, quelli che tutto il mondo ci invidiava. I Del Piero, i Cannavaro, i Pirlo, i Totti, i Gattuso, i Bonucci o Chiellini non esistono più. Il dubbio amletico di Spalletti ieri era se schierare Retegui o Scamacca. Con tutto il rispetto, due giocatori che ai tempi di Lippi manco avrebbero portato i palloni e le borracce. Una volta tenevamo in panchina Camoranesi, Gilardino e Totti, oggi il deserto.
Settori giovanili allo sbando
Clamorosamente però voi direte, le colpe non sono solo tutte sue ma soprattutto di chi lo ha voluto (Figc e quindi Gravina) e della mediocrità del calcio italiano degli ultimi anni. Scelte sbagliate perpetrate negli anni hanno pressoché distrutto i settori giovanili e pur se siamo campioni under 19 e under 17 in Europa questi giovani talenti non li vedremo mai calcare il palcoscenico della serie A.
Il calcio che conta, con l’avvallo della nostra federazione, è in mano ai procuratori da oltre 20 anni e nessuno investe più nella crescita dei giovani talenti. Persino a livello dilettantistico (dalla serie D in giù) oramai tutti hanno un procuratore che ha solamente interessi personali e mai di crescita tecnica dei giocatori che ha nel suo “portafoglio”. Tutti i club sono indebitati da questo mondo che loro stessi hanno continuato ad alimentare e non esistono più i Presidenti che sostengono con il loro patrimonio personale i club (vedi Sensi o Agnelli).
Il potere dei procuratori sportivi
E’ un calcio fatto di “commissioni” e mazzette da pagare al direttore sportivo, al procuratore, alla moglie del giocatore che diventa procuratrice (leggi Icardi), al padre, all’amico che lo ha segnalato e via discorrendo. Un sistema che poteva essere bloccato alla fonte dalla Federazione con leggi ad hoc ma che nessuno ha mai voluto fare perché tutti ne godevano i benefici. Con regole ben precise procuratori come Mino Raiola (pace all’anima sua e dei suoi circa 100 milioni di euro guadagnati in tale attività ) non avrebbero tenuto per le “paxxe” i club italiani e i dirigenti conniventi.
Azzerare tutti i vertici
Azzerare tutti i vertici (il ministro dello sport Abodi è un ottimo dirigente da cui ripartire) e sviluppare un progetto che punti a valorizzare realmente il settore giovanile italiano e permettere che i baby nostrani di talento possano giocare titolari in serie B e in serie A. In Spagna, per citarne una, è titolare della nazionale Yamal, un ragazzino di 17 anni.
Cambierà qualche cosa? Difficile dirlo ma se nessuno proverà a farlo passeranno altri 30 anni prima di vedere la nostra Nazionale tornare protagonista nel calcio europeo e mondiale. Federazioni meno famose, vedi pallavolo e tennis, oggi stanno raccogliendo il frutto di progetti mirati alla valorizzazione dei settori giovanili. Resta il rammarico di un europeo perso senza giocare, un europeo dove, Spagna a parte, il livello medio era sicuramente alla portata (o almeno non di fare figuracce) di un gruppo anche scadente come il nostro.
Ranieri per il dopo Spalletti?
I bookmaker provano a lanciare il nome per il dopo Spalletti, con un nome a sorpresa davanti a tutti: l’approdo di Claudio Ranieri sulla panchina azzurra si gioca a 3. Il tecnico romano ha infatti terminato la carriera con i club, lasciando aperta la porta a una possibile avventura con una nazionale. A quota 5 il duo Massimiliano Allegri-Stefano Pioli, che solo un mese fa hanno salutato rispettivamente Juventus e Milan.