Ex Mira Lanza di Marconi, dopo l’esposto risponde la Asl: “Rimuovere i rifiuti, evitare il rischio diossina”
Presa di posizione forte della ASL a tutela della salute pubblica dell’ex Mira Lanza per “rimuovere” i rifiuti ed evitare eventuali rischi da “diossina” per la popolazione del quadrante sud-ovest della Capitale. E’ quanto scritto dal dipartimento di prevenzione U.O.C. Servizio Igiene e Sanità Pubblica in un documento del 26 luglio inviato al XI Municipio di Roma Capitale, dove si invita il Comune ad una proposta di ordinanza. Una richiesta che coinvolge anche i servizi sociali per eventuali azioni a favore delle persone senza fissa dimora propedeutiche alla risoluzione degli inconvenienti igienico sanitari, oggetto della nota.
Una nota che arriva dopo l’esposto di Marco Palma
“Sono soddisfatto che, finalmente, una struttura pubblica abbia preso il toro per le corna affrontando i rischi di quanto rappresento e rappresentiamo da anni per il quartiere Marconi – commenta il vicepresidente del consiglio del XI Municipio di Roma Capitale – Incendi che nel tempo si sono ripetuti in relazione ad altrettante occupazioni oggi, ed alla luce di quanto c’è in quel fazzoletto di terra e mattoni, non può più essere ignorato, soprattutto dopo il disastroso incendio di via Asciano e per quanto sta avvenendo nella Valle Galeria”.
Esposto supportato da foto-documentali che testimoniano il degrado
“Mi sorprendo che la Asl metta in dubbio il fatto che ci siano tonnellate di rifiuti – aggiunge – appena ricevuto l’esposto, se fossi stato il direttore della ASL Roma avrei inviato una mia squadra per andare a verificare lo stato dei fatti. Evidentemente così non è stato e mi auguro che, certamente, la polizia locale dell’XI Gruppo Marconi , sia dotata di dati sufficienti per sostenere quanto contenuto nel mio esposto, peraltro supportato da una serie di foto-documentali a testimonianza”.
Una ex sito diventato dimora di clochard e degrado
Nell’ex sito della storica azienda italiana che produceva candele, saponi e detersivi, ora dimora di clochard e degrado. Nel tempo, il sito è diventato una base di spaccio da parte di bande di nordafricani, irregolari e con precedenti. Un edificio più volte occupato, sgomberato e dato alle fiamme. Tanti i roghi nel corso degli anni dove all’interno sono sempre state lasciate incustodite baracche facilmente riutilizzabili, sostanze tossiche, quali gomma, copertoni di automobili, plastica, legno trattato con vernici, pericolose bombole del gas, ed ogni altro tipo di rifiuti.
Mai completate le operazioni di messa in sicurezza
“Non sono state mai completate le operazione di messa in sicurezza e riqualificazione dello stabile” commenta Piergiorgio Benvenuti, presidente del movimento ecologista Ecoitaliasolidale, che da anni si batte chiedendo la messa insicurezza del manufatto e la realizzazione, al suo posto, di un polo culturale o di un “parco nazionale”, un’area che si svilupperebbe su 80 mila ettari di territorio alle sponde del fiume Tevere che potrebbe diventare, il sesto parco nazionale per dimensione. Un valore inestimabile per la salvaguardia ambientale, oltre che per il rilancio d’immagine della Capitale. Durante l’amministrazione Rutelli era trapelata l’intenzione di mettere gli spazi a disposizione dell’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico. Un proposito suggestivo che, tuttavia, non è mai decollato. Tra le ipotesi di riqualificazione, anche quella lanciata dalla Raggi nel piano di rigenerazione urbana, attraverso diversi progetti del “reinventing cities”, di fatto mai avviati.
Protocollo d’intesa tra Roma Capitale e Università Roma Tre
Con il protocollo d’intesa è del mese di aprile scorso, Roma Capitale e Università Roma Tre stanno lavorando insieme per la riqualificazione. E’ stata infatti firmata una lettera di intenti con la quale Roma Capitale e l’Università Roma Tre si impegnano alla realizzazione di azioni congiunte volte a recuperare e riqualificare l’ex complesso industriale. Obiettivo: fornire servizi e spazi per la cittadinanza e soddisfare il fabbisogno di residenze e strutture a disposizione degli utenti dell’Università.
Rendere accessibile l’area ai tecnici o soggetti autorizzati dell’Università
Con il documento siglato, che anticipa la sottoscrizione di un vero e proprio accordo di collaborazione, l’Amministrazione capitolina si impegna a rendere accessibile l’area ai tecnici o soggetti autorizzati dell’Università per consentire le opportune verifiche sullo stato di fatto dell’immobile nonché eventuali campagne di indagine o rilievi; a fornire tutti i documenti di carattere tecnico-amministrativo relativi al compendio immobiliare anche riguardo l’esistenza di eventuali vincoli, oneri o gravami relativi agli immobili e ad avviare tempestivamente l’iter autorizzativo necessario alla successiva concessione amministrativa dell’area all’Università. L’Università si impegna, invece, a effettuare le opportune verifiche preliminari riguardo la fattibilità tecnico-economica dell’intervento di recupero ipotizzato e per avviare tempestivamente l’iter autorizzativo necessario alla successiva acquisizione in concessione dell’area.
Il Bando Reinventing Cities 2022
La lettera di intenti siglata nasce da una manifestazione di interesse per l’area avanzata da Roma Tre a seguito della partecipazione al bando Reinventing Cities 2022 che vedeva tra i siti candidati proprio l’ex stabilimento industriale situato nel quartiere Marconi e versante da anni in uno stato di abbandono e degrado. La candidatura al concorso internazionale, promosso dalla rete di città europee C40, aveva come obiettivo l’individuazione di un percorso di valorizzazione, senza vendita, del compendio della Ex Mira Lanza, prezioso complesso di archeologia industriale tutelato dal codice dei Beni Culturali.
Rafforzare il processo di rigenerazione urbana
La proposta di Roma Tre, pur non rientrando formalmente nell’alveo del Bando Reinventing Cities, ne sposa a pieno le caratteristiche permettendo di modulare, con maggior flessibilità, le condizioni concessorie in un rapporto diretto tra soggetti pubblici in analogia con quanto si sta già facendo per l’ex Mattatoio di Testaccio e in coerenza con il lavoro di revisione dell’assetto urbanistico del quadrante Ostiense-Marconi portato avanti dal Dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica proprio in collaborazione con lo stesso Ateneo. Una collaborazione che, tra l’altro, coinvolgerà anche l’Eni proprietaria dell’area ex Italgas, situata proprio di fronte alla ex Mira Lanza, il Municipio Roma VIII e il Municipio Roma XI. Con le attività nello stabilimento ex Mira Lanza si vuole continuare e rafforzare il processo di rigenerazione urbana e di rivitalizzazione del tessuto sociale, economico e produttivo del quadrante Ostiense – Marconi.
Palma (FDI): Dopo il protocollo d’intesa non ci sono stati passi in avanti
“il protocollo d’intesa è del mese di aprile scorso e da quella data non abbiamo visto grandi passi in avanti. Non ho idea quanto ci voglia a ricollocare le persone che occupano ma dubito che le stesse possano avere interesse a ciò. A volte un argine del fiume, soprattutto d’estate e per chi non ha dimostrato alcun desiderio di volersi integrare, risulta essere la solita risposta a queste tipologie di situazioni”.
Palma (FDI): In assenza di una bonifica, pronto un esposto in Procura
“Attendo i prossimi giorni per nuovi sviluppi – conclude Marco Palma – se entro 10-15 gg non dovessi avere un riscontro credibile sulla bonifica, seguirò la strada della ex 8 marzo a Magliana con l’esposto in Procura al fine di poter verificare se sussistano, alla luce degli atti prodotti e degli esposti presentati da anni, gli elementi per valutare una omissione di atti d’ufficio da parte di coloro che istituzionalmente sono deputati ad operare”.