FDI e Calenda all’attacco della Raggi. Tra dirigenti e assessori ha cambiato 39 persone in cinque anni

Il calcolo è presto fatto. Alla luce di quest’ultimo rimpasto, la Raggi si è aggiudicata un vero e proprio record. Difficilmente superabile. In quattro anni e mezzo di mandato infatti, la prima cittadina ha cambiato una marea di assessori, dirigenti, vertici delle aziende partecipate e chi più ne ha più ne metta. Un po’ come un allenatore quando non riesce mai ad essere soddisfatto della propria squadra. E invece di pensare alle proprie responsabilità, ogni domenica cerca un nuovo capro espiatorio da mandare in panchina o in tribuna. La lista dei silurati dalla sindaca è sterminata. E le sostituzioni degli assessori alla cultura e al commercio di venerdì scorso è solo la ciliegina sulla torta. Nell’ ordine infatti, la Raggi ha rimandato a casa (e nominato i rispettivi sostituti) 2 vicesindaci, 17 assessori – in pratica una giunta e mezzo -, un capo di gabinetto, un capo del personale, 6 dirigenti in Acea, 7 in Atac e 5 in Ama. Tanto da far cinguettare Carlo Calenda in un tweet, “tra pochi mesi potremo licenziare lei”. Ma critiche sono arrivate anche dal deputato di +Europa Riccardo Magi che ha accusato la prima cittadina di essere concentrata solo sulla campagna elettorale. E non sui problemi di Roma. Mentre l’Arci si è detta preoccupata per il cambio alla cultura. In uno dei settori più in crisi e colpiti dalla pandemia.

La Raggi nomina assessore alla Cultura un’ex compagna di classe esperta di “Burlesque”

Mollicone e De Priamo (FDI), Luca Bergamo peggior assessore alla cultura dal dopoguerra. La Raggi ha fallito

Fortissime critiche all’operato dell’ormai ex vice sindaco ed assessore alla cultura Luca Bergamo sono arrivate anche da Fratelli d’Italia. Per bocca del deputato Federico Mollicone, capogruppo in commissione cultura alla Camera. E del capogruppo in Campidoglio Andrea De Priamo. Bergamo è stato il peggior assessore alla cultura dal dopoguerra ad oggi, hanno dichiarato i due esponenti del partito di Giorgia Meloni. Chiari i riferimenti alla gestione di alcune partite che in città hanno suscitato forti polemiche. Come i giudizi sull’occupazione  del Valle e le nomine ai vertici dell’associazione Teatro Roma e al Teatro India. Che sarebbe stato utilizzato come ‘merce di scambio’ per rabbonire proprio gli ex occupanti del Valle. Per finire con le polemiche sullo sgombero del cinema Palazzo a S. Lorenzo. Un fallimento completo secondo Mollicone e De Priamo, che dimostra come anche in un campo fondamentale come la cultura i risultati della giunta Raggi siano stati semplicemente disastrosi.

E se la sostituzione dell’ex assessore al commercio Cafarotti con il presidente della omonima commissione Andrea Coia e l’ascesa del fedelissimo assessore ai trasporti Pietro Calabrese come vice sindaco erano in una certa misura prevedibili, proprio la scelta della neo assessora alla cultura ha lasciato interdetti. La Raggi infatti ha infatti optato per una sua compagna di classe di liceo. Laureata in scienze delle comunicazioni. E già nominata consulente in Campidoglio per le pari opportunità per poco meno di 30 mila euro all’anno. Nel curriculum della neo assessora si legge che in campo artistico e culturale avrebbe realizzato un cortometraggio. Sul tema del burlesque, di cui sarebbe studiosa ed esperta. Sipario.

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