Fine anno di violenza nel carcere di Civitavecchia: nordafricano spacca tutto e brucia i materassi

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“Fine anno di sangue e violenza nel carcere di Civitavecchia”. Come denuncia Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), “sabato 30 dicembre alle 15, nel momento in cui si stavano chiudendo in cella i detenuti, uno di questi, nordafricano, ha spaccato plafoniere, telecamere e rotto vetri della sezione e, non contento di tutto ciò,  bruciava i materassi della cella. Il denso fumo provocato ha indotto i poliziotti ad intervenire tempestivamente con le maschere a gas: si è reso necessario evacuare l’intera sezione, portando i detenuti nel cortile passeggi. Proprio grazie all’intervento dei pochi agenti che c’erano in istituto si è riusciti a riportare l’ordine e la sicurezza.

Nordafricano crea il panico per una telefonata negata

Tutto questo sembrerebbe essere la conseguenza di una telefonata non autorizzata. E’ finito tutto bene, ma quattro poliziotti portati in ospedale per le intossicazioni da fumo”. “Siamo alla follia: adesso siamo arrivati al punto che i detenuti sfasciano letteralmente le carceri se non vengono assecondate le loro richieste”, sottolinea. Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), mette sotto accusa tutti coloro che tendono sempre a sminuire i gravi fatti che accadono nelle carceri: “Per loro, nelle carceri italiane non succede mai nulla, sarebbero tutte ragazzate. Non vedono le risse, i ferimenti e le colluttazioni in cui spessissimo a subire è il personale di polizia penitenziaria. Difendono Caino a scapito di Abele”.

La polizia penitenziaria rischia moltissimo ogni giorno

“Ignorano o fingono di ignorare – conclude – il duro e difficile lavoro del poliziotto penitenziario, svolto da donne e uomini che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena di olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto: gravi eventi che accadono anche quando loro sono nella tranquillità serale o notturna di casa”.