Fiumicino, 80 gatti senza cibo né cure: vietato l’accesso ai volontari, animali condannati a morire

Stanno morendo davanti agli occhi di tutti. Cuccioli e adulti, circa 80 gatti randagi, abbandonati a se stessi nella pista dell’aeroporto di Fiumicino, dove dal 30 gennaio scorso è stato vietato ai volontari di dar loro assistenza. Niente acqua, niente cibo, niente soccorsi. È tutto nero su bianco in un post su Facebook pubblicato da Animaliberaction, che denuncia apertamente l’ordinanza firmata da ADR – Aeroporti di Roma, la società che gestisce lo scalo.
Non è un’esagerazione. Alcuni gatti sono già stati trovati morti. E il peggio, se non si interviene subito, deve ancora arrivare. Per questo è stata lanciata una petizione che chiede una soluzione strutturale: trasferire i gatti in una zona verde nei pressi dell’aeroporto, da adibire a oasi felina.

Una crisi che va avanti da anni, tra silenzi e rimpalli
I gatti sono entrati nel tempo all’interno della pista perimetrale a causa della mancanza di barriere e dissuasori. Si sono stabilizzati in diverse aree, si sono moltiplicati, ma nessuno li ha mai veramente presi in carico. In assenza di sterilizzazioni, il numero è aumentato. In assenza di soccorsi, sono aumentati anche i decessi.
Nella pista si muovono mezzi elettrici che non fanno rumore: un rischio costante per gli animali, che finiscono investiti senza neppure avere il tempo di accorgersene. C’è una ditta che si occupa solo della rimozione dei cadaveri e della derattizzazione. Nessuno, però, si occupa dei gatti vivi, malati o feriti.
Volontari bloccati: “Salviamo i gatti dell’Aeroporto di Fiumicino”
Nel frattempo, l’unica vera assistenza concreta è stata sempre quella dei volontari, molti dei quali lavorano all’aeroporto e si alternano per accudirli. Ma ora non possono più entrare. Le istituzioni si sono incontrate più volte, ma nulla è cambiato.
Il Comune di Fiumicino non ha ancora trovato un terreno disponibile. ADR ribadisce che non ci sono aree utilizzabili all’interno del sedime aeroportuale. “La Asl guarda da lontano e aspetta le prossime mosse, ma senza sollecitare le parti e senza grande incisività negli interventi”, si legge nella petizione.
Oggi, grazie alla petizione online su Change.org e al lavoro instancabile dei volontari, cresce la pressione dell’opinione pubblica affinché si intervenga con urgenza. Trasferire questi gatti in un ambiente sicuro è l’unico modo per salvarli e gestire responsabilmente una situazione ormai insostenibile. La speranza è che la mobilitazione popolare convinca le autorità a superare immobilismi burocratici e a garantire finalmente a questi animali una vita degna e protetta.