Formia, lavori “finti” per ottenere i bonus: frode fiscale da 80 milioni di euro, 11 misure cautelari (VIDEO)

Guardia di Finanza auto

Avevano messo in piedi un’organizzazione a delinquere per frodare il fisco. E gli associati avevano ideato un sistema di crediti d’imposta fittizi per ottenere i bonus edilizi, arrivando a superare 79 milioni di euro di crediti. Peccato che i lavori dichiarati non fossero stati mai eseguiti. Mente della truffa ai danni dello Stato un uomo di Formia, contiguo alla criminalità organizzata, che aveva organizzato insieme a un consulente di lavoro della provincia di Salerno il meccanismo fraudolento.

Ma l’enorme truffa è stata scoperta grazie al lavoro della Guardia di Finanza di Formia che, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino, ha dato esecuzione a 11 misure cautelari, con 4 arresti domiciliari e 7 obblighi di firma.

Crediti ottenuti grazie i fondi Covid

Le indagini, molto complesse, hanno riguardato non solo la provincia di Latina, ma si sono estese anche in Campania. Per quanto riguarda il basso pontino, i finanzieri si sono concentrati non solo a Formia, ma anche a Priverno, dove risiede un’altra delle persone arrestate nell’operazione. Gli indagati sono ritenuti responsabili di aver creato e commercializzato falsi crediti d’imposta per un valore complessivo che sfiora gli 80 milioni di euro. La truffa era stata architettata bene: i crediti erano stati ottenuti, ovviamente in maniera illecita, grazie al Decreto Rilancio (D.L. 34/2020), emanato dal governo per aiutare le imprese durante la crisi del Covid-19.

Aziende con prestanome

Le indagini hanno ricostruito un complesso meccanismo fraudolento, che coinvolgeva diverse società, anche intestate a prestanome, e l’utilizzo di piattaforme telematiche per la cessione di crediti fittizi. Grazie a perquisizioni e sequestri in 33 località, le forze dell’ordine hanno bloccato beni mobili, immobili e conti bancari legati ai responsabili.

Il sodalizio, che comprendeva imprenditori, prestanome e un consulente del lavoro, agiva principalmente attraverso la falsa dichiarazione di crediti fiscali legati a bonus edilizi e ristrutturazioni. Questi crediti venivano successivamente venduti a ignari acquirenti, causando un danno economico ingente alle casse dello Stato, stimato in oltre 80 milioni di euro.

Guadagni illeciti investiti in attività commerciali e immobili

Le indagini, che hanno coinvolto anche unità cinofile e tecniche specializzate, hanno dimostrato come i proventi di questa frode venissero reinvestiti in attività immobiliari e commerciali, e in alcuni casi trasferiti all’estero o utilizzati per operazioni di gioco d’azzardo.

Al momento i finanzieri stanno cercando di risalire a tutto il patrimonio per effettuare i sequestri, non ancora quantificabili in termini economici.